Lite in cella: due agenti finiscono in ospedale

Ennesimo episodio violento alla Dogaia, poliziotti aggrediti da un detenuto. Il sindacato: "Servono strumenti per la difesa"

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PRATO

Ennesima aggressione alla Dogaia. Non una novità per il carcere di massima sicurezza di via Montagnola che quotidianamente si trova ad affrontare situazioni difficili con detenuti che si ribellano e aggrediscono gli agenti di polizia penitenziaria. L’ultimo episodio in ordine di tempo è avvenuto ieri mattina dopo una nottata turbolenta. Secondo quanto raccontato dall’Unione sindacale di polizia penitenziaria (Uspp), un detenuto di origini nigeriane, in cella per reati sessuali e con problemi psichiatrici, ha cominciato a dare in escandescenze dopo aver avuto un violento litigio col compagno di cella. Un agente si è avvicinato per calmarlo ma il detenuto gli ha sputato in faccia. A quel punto, si sono avvicinati anche i due responsabili del reparto attirati dalle grida dove è ristretto il nigeriano che li ha aggrediti e picchiati.

Nel frattempo l’altro detenuto ha cominciato ad agitarsi provando a scagliarsi contro i due agenti. Ci sono stati attimi di tensione, tafferugli durante i quali i due responsabili sono rimasti feriti e sono stati costretti a ricorre alle cure del pronto soccorso riportando una prognosi di diversi giorni. I detenuti sono stati poi riportati alla calma grazie all’intervento dei colleghi dei feriti.

La situazione del carcere di Prato è difficile da diversi anni. Si tratta di un carcere di massima sicurezza dove ci sono detenuti di diversi tipi: dai semplici spacciatori di strada ai mafiosi.

La popolazione carceraria è al limite del consentito a fronte di una carenza di organico di polizia penitenziaria oramai atavica, come emerso più volte durante i sopralluoghi effettuati da onorevoli e parlamentari.

Il sindacato del Uspp, attraverso il segretario provinciale Paolo Alonge, torna a ribadire la necessità di "dotare gli agenti di taser o di strumenti che agevolino gli interventi per fronteggiare situazioni di tensione". "Impossibile difendersi a mani nude", hanno più volte detto dal sindacato a tutela del personale della Dogaia.

"L’Uspp porta avanti da tempo – spiega Alonge – una battaglia per la tutela del personale chiedendo mezzi idonei per poter svolgere in sicurezza i compiti istituzionali. Inoltre chiediamo un inasprimento delle pene per chi aggredisce i poliziotti penitenziari o crea caos all’interno delle carceri". Una discussione aperta a livello nazionale ma che ancora non ha portato ai risultati sperati. E intanto le aggressione nelle carceri aumentano giorno dopo giorno.

Laura Natoli