L’export segna +34%, sei mesi d’oro per il tessile Ma non basta: il caro energia azzera i guadagni

Il tessile-abbigliamento cresce a due cifre. Romagnoli (Confindustria): "Le buone performance non sono sufficienti, la situazione è grave"

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E pensare che un periodo tanto florido per il tessile-abbigliamento non si vedeva da mesi. Performance strabilianti con una crescita costante a due cifre, azzerata dai problemi innescati dal caro energia. Il distretto fa da locomotiva all’economia, macina ordini, ma non basta. Le bollette dell’energia e del gas con i prezzi attuali stanno mangiando tutti i guadagni e minando la sopravvivenza della filiera nonostante i risultati.

I dati dell’export nei primi sei mesi del 2022 sono eccellenti, ma non bastano: il +34,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (con la maglieria che tocca addirittura +164%), è superiore sia alla media dei territori di Confindustria Toscana Nord (+29,2%) sia al dato nazionale che è pari al +22,2% e a quello toscano che è +10,1%.

"Non bisogna però farsi ingannare - commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Se le aziende riescono in molti casi a far recepire aumenti dei prezzi delle proprie merci, ben difficilmente la loro entità è tale da compensare l’enorme incremento dei costi che hanno subito sia sul versante materie prime sia, soprattutto, a causa della bolletta energetica". I dati Terna 2019 sui consumi di energia elettrica attestano che l’industria di Lucca, Pistoia e Prato rappresenta il 38% del totale regionale che sale addirittura al 98% nel tessile. "E’ evidente che le aziende del nostro territorio sono particolarmente esposte alle turbolenze del mercato di gas ed energia elettrica: ci troviamo in una situazione anomala e pericolosissima", aggiunge Matteini. "Questa situazione sta stravolgendo i conti delle imprese, perché gli aggravi non vengono certo recepiti totalmente dai mercati. Pertanto questi dati apparentemente ottimi dell’export vanno guardati con occhi critici, leggendo in quelle cifre anche il dramma che vi si cela".

Entrando nel dettaglio, il dato generale pratese dell’export nei primi sei mesi dell’anno è determinato essenzialmente dalle prestazioni del tessile-abbigliamento, che da solo sfiora l’80% del totale: +36,2% per il settore in questi primi sei mesi dell’anno. Ma anche tutti gli altri principali settori pratesi portano segni nettamente positivi: +55,5% la gomma-plastica, +47,9% la farmaceutica, +30% la chimica, +16,2% i prodotti in metallo e +14% il meccanotessile.

"L’export pratese nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è molto consistente, +34,1%", aggiunge la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli. "Ma non è affatto sorprendente: i dati di produzione ed export degli ultimi tempi ci hanno abituati a performance elevate della provincia di Prato, dovute a confronti con periodi in cui il distretto aveva subito con particolare intensità gli effetti deleteri della pandemia e delle misure per contrastarla".

Purtroppo anche Prato è accomunata alle altre due province di Confindustria Toscana Nord nei drammatici problemi per i costi energetici: "Problemi che non accennano ad attenuarsi e che, nel protrarsi di questa situazione, stanno logorando il sistema", conclude Romagnoli. "La situazione è grave e le imprese non possono farcela da sole. E’ importante che si faccia qualcosa subito, con urgenza, per diminuire la pressione dei costi, che per la sua entità non può più essere assorbita solo all’interno della filiera produttiva e che, almeno per alcune fasce di prodotti, difficilmente può essere recepita anche dal consumatore finale".

Silvia Bini