L’esercito del Pos ormai è rassegnato "Però ora togliete le commissioni"

Da pochissimi giorni sono entrate in vigore le sanzioni per i commercianti che non si adeguano "Pagamenti elettronici? Ormai sono sempre più frequenti. Chiediamo solo che lo Stato ci venga incontro"

Migration

"Nessun problema con i pagamenti elettronici, ma per favore togliete le commissioni. Pesano davvero troppo sulle nostre spalle". I commercianti pratesi sono allineati, dicono tutti più o meno la stessa cosa. Ossia che l’essersi dotati di uno o più Pos non rappresenta di per sé una grossa criticità, a differenza invece delle commissioni che scattano nei loro confronti ogni volta che viene effettuata una transazione elettronica. Anche quando i clienti pagano una semplice tazzina di caffè, a patto che con la banca non ci sia un accordo. "Noi ad esempio non paghiamo alcuna commissione quando l’importo della spesa non supera i 10 euro", spiega chi di Pos ne ha addirittura quattro come Stefano Lotti dell’alimentari La Fattoressa, negozio che si trova in via della Sirena. "A mio avviso però dovrebbe essere eliminato qualsiasi tipo di commissione, al di là di quello che è il prezzo di riferimento. Anche perché ormai sempre più clienti optano per pagare con la modalità elettronica: da noi superano sicuramente il 50%".

La novità di questi ultimi giorni - quella che ci ha spinto a tornare a raccogliere le opinioni dei commercianti - è comunque rappresentata dall’entrata in vigore delle sanzioni per quei negozioanti che non accettano pagamenti con carte di debito e di credito. L’eventuale sanzione ammonta a 30 euro ai quali va aggiunto il 4% del valore della transazione che i commercianti hanno rifiutato. Le uniche eccezioni verranno fatte nei casi di oggettiva impossibilità tecnica al pagamento elettronico, come di fronte alla mancanza di connettività o a un malfunzionamenti del Pos. Per il resto, non sarà chiuso un occhio per nessuno: tutti gli esercenti, e anche i tassisti e i liberi professionisti, sono chiamati a mettersi in regola. In realtà l’obbligo esiste già dal 2014, anche se finora non erano previste sanzioni nei confronti delle attività non allineate. "Io sono in regola da almeno un anno", racconta Eleonora Santini dell’omonima edicola di via Ser Lapo Mazzei. "Ho scelto il Pos di SumUp, che è fra i più convenienti. Per un certo tipo di clientela, il fatto di sapere che avevo dotato il negozio della macchinetta per i pagamenti elettronici è stato un incentivo. Negli ultimi mesi infatti l’utilizzo delle carte è sensibilmente cresciuto". Lo conferma pure Franco Gaudenzio, titolare del Caffè Magnolfi, vicino alla stazione di Porta al Serraglio. "Anche quando spendono meno di un euro, ci sono certi clienti che preferiscono pagare in modalità elettronica. Direi che questo trend va avanti più o meno da gennaio. Resta il problema delle commissioni, che andrebbero completamente eliminate. Non è giusto che ci facciano spendere per queste, oltre che per l’affitto del Pos". Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Matteo Monni del Caffè Datini di via Benedetto Cairoli.

"Ogni mese pago 16 euro per l’affitto del Pos, più le commissioni che variano da 0,5% a 1% per ogni transazione eseguita. Quando si parla di vendere una tazzina di caffè o una brioche, questo incide non poco. Le commissioni andrebbero tolte del tutto, senza se e senza ma". C’è infine chi come Francesca Gagliano dello Zero Caffè di via Giuseppe Garibaldi si appella al buon senso dei clienti. "Dovrebbero capire che ci sono certe dinamiche. Accettiamo tutti i tipi di pagamento, ovviamente, però occorrerebbe maggiore collaborazione da parte dei clienti, specie quando usano la carta per pagare un semplice caffè".

Francesco Bocchini