Ben 63.000 pmi a rischio chiusura in Toscana a causa del caro bollette. E’ il numero gigantesco emerso durante la mobilitazione "No al caro bollette" promossa da Confcommercio, Cna, Confartigianato e Confesercenti. In tanti si sono ritrovati all’auditorium del Duomo a Firenze per chiedere risposte concrete alla politica, che a sua volta ha affiancato la mobilitazione con la presenza dei parlamentari toscani appena eletti.
"Le nostre piccole e medie imprese versano ormai da mesi in uno stato di affanno costante a causa di costi di gestione diventati insostenibili – commenta Gianluca Spampani, presidente di Confcommercio Prato e Pistoia –. Servono risposte strutturali e urgenti a fronte del caro energia, altrimenti in molti non riusciranno più ad alzare il bandone la mattina, anche a Prato". A tirare le fila del confronto, moderato dalla direttrice del Qn e de La Nazione Agnese Pini, sono stati Aldo Cursano (Confcommercio Toscana), Nico Gronchi (Confesercenti Toscana), Luca Tonini (Cna Toscana) e Luca Giusti (Confartigianato Toscana). Al centro del dibattito la necessità di fronteggiare una sfida quanto mai complicata, a maggior ragione perché arrivata dopo i due anni di pandemia. Una situazione che secondo i protagonisti del dibattito richiede "l’instaurazione di un vero e proprio patto sociale tra associazioni, imprese e politica".
"La pandemia aveva già messo a dura prova le imprese dei nostri segmenti, che pure si sono confermate decisive in termini di impatto sul Pil, come certificato dai dati che emergono dall’ultimo semestre – prosegue Spampani –. I rincari delle bollette si sono innestati su uno scenario di difficoltà, determinando un affanno diffuso che adesso richiede risposte irrimandabili e di carattere strutturale". A intervenire è anche Tiziano Tempestini, direttore di Confcommercio Prato e Pistoia: "La partecipazione massiccia a questo appuntamento restituisce la misura del momento che le nostre imprese stanno attraversando – dice –. Di fronte ad un problema comune così pressante, l’unica soluzione possibile è quella determinata da un approccio comune e condiviso, affinché le istituzioni che ci rappresentano raccolgano le necessità autentiche delle nostre associate. Oggi troppe aziende, anche sui nostri territori, riescono a rimanere in pari con le bollette con grande fatica, mentre altre si trovano in condizione di grave ritardo. Serve uno strumento in grado di calmierare i prezzi nel lungo raggio – conclude Tempestini –. Nel frattempo si rendono necessarie misure speciali per affrontare i costi maturati negli scorsi mesi e in questo periodo".
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