"Le scritte no vax sono indelebili Presto nuovi pannelli"

Le frasi in vernice rossa sui muri dell’ospedale non si possono cancellare con solventi. Indagini in corso da parte della Digos

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Le scritte no vax scoperte il 29 giugno scorso sulle pareti esterne dell’ospedale Santo Stefano non possono essere rimosse con dei semplici solventi. Le prove effettuate sui pannelli imbrattati da frasi vergate in vernice rossa con insulti e frasi offensive verso medici, personale sanitario e famiglie colpite dal Covid hanno rivelato che si dovrà procedere con la sostituzione dei pannelli. Il rischio, come fanno sapere dalla direzione ospedaliera che sul caso ha presentato denuncia contro ignoti in questura, è che l’impiego di solventi possa deteriorare le pareti. Così l’ufficio tecnico dell’azienda sanitaria ha dovuto optare con una copertura provvisoria delle scritte (in quel frangente erano apparse anche nella tenda all’interno del cortile del Pegaso 1, struttura che ha ospitato i degenti Covid) grazie al ricorso di un prodotto specifico. Intanto i nuovi pannelli con i quali sostituire i vecchi imbrattati dalle frasi no vax che citano il nazismo ed equiparano alla morte chi è a favore del vaccino, sono stati ordinati e l’azienda è in attesa del loro arrivo per procedere con la sostituzione. Dunque una spesa necessaria per pulire la facciata dell’ospedale che alla fine andrà a gravare sulla collettività.

Oltre che sul muro dell’ospedale e del Pegaso 1, pochi giorni dopo la solita vernice rossa con le solite scritte e la solita "firma" è apparsa la mattina dell’11 luglio anche sul muro e sulla porta d’ingresso della sede dell’Ordine delle professioni infermieristiche di via Augusto Alfani al civico 1, non tanto distante dal nosocomio di Galciana. Frasi no vax erano comparse qualche tempo prima, a marzo scorso, anche a Montemurlo sull’asfalto davanti al gazebo del drive through di piazza della Costituzione, dove venivano eseguiti i tamponi molecolari per la ricerca del corononavirus. Sempre vernice rossa, sempre scritte contro l’utilizzo dei vaccini anti Covid.

Episodi sui quali stanno indagando ancora gli investigatori della Digos della questura di Prato, anche per capire se esiste una correlazione fra i vari casi che si sono succeduti nel tempo. Sulle scritte no vax rinvenute il 28 giugno all’ospedale Santo Stefano e nella tensostruttura del Pegaso 1 la procura ha anche aperto un fascicolo contro ignoti: l’ipotesi di reato formulata è di danneggiamento aggravato. Il vaglio eseguito dalla polizia delle telecamere della videosorveglianza ha evidenziato che gli autori delle scritte sarebbero due persone.

Sara Bessi