Lavoro perduto e cassa integrazione: più colpite le donne

I numeri peggiori nel terziario, tra i settori tradizionalmente ‘rosa’. Cig in deroga: in provincia nel 2020 per quasi tre lavoratrici su cinque

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Il Covid è anche una questione di genere. A testimoniarlo ci sono i dati Istat pubblicati nei giorni scorsi che consegnano una fotografia impietosa degli effetti della pandemia sul lavoro femminile: a livello italiano su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne. A Prato la situazione non è diversa. In un anno 2161 posti di lavoro sono stati spazzati via dal Covid: a subire le maggiori perdite sono stati i servizi (-1242 lavoratori), un settore storicamente in rosa che ha dovuto fare i conti con la chiusura di 125 imprese rispetto al 2019. Non va meglio per gli ammortizzatori sociali; in un anno sono state richieste 16milioni di ore è come se 15mila dipendenti non avessero mai prestato servizio in tutto l’anno. La cassa integrazione in deroga a Prato ha interessato il 54,8% delle lavoratrici, dice la Cgil. Se questo non bastasse a consegnare l’immagine del lavoro arroccato sulle differenze di genere e a fotografare il gap e le differenze ci sono dli infortuni sul lavoro da Covid-19: secondo il recente rapporto Inail nella provincia di Prato si registrano 711 casi, di cui 537 coinvolgono donne (75%) e 174 uomini (25%). E non è un caso. "Non abbiamo dati disgregati ancora tra uomini e donne, ma quello che avviene a livello nazionale è facile intuire che si possa replicare anche a livello locale – commenta il segretario della Cgil di Prato, Lorenzo Pancini –. Il settore che soffre maggiormente con il numero più alto di posti di lavoro persi in un anno è quello dei servizi dove la presenza lavorativa femminile è più alta rispetto a quella maschile". Pancini porta ad esempio anche la cassa integrazione in deroga per la quale le richieste di ore per le lavoratrici hanno un rapporto molto più alto rispetto ai colleghi uomini così come non lasciano dubbi i dati sugli infortuni recentemente pubblicati da Inail che mostrano come le donne siano meno tutelate rispetto agli uomini.

"Il fatto che la stragrande maggioranza, oltre il 75% dei contagi da covid, abbia colpito le donne non è un caso – conclude – . Le donne sono impiegate per lo più nei servizi, nella sanità, nell’assistenza alle persone e nelle imprese di pulizie. In molti casi si tratta di impieghi che hanno contratti con poche tutele e mal pagati che i dati sui contagi evidenziano bene. Un fronte sul quale è necessario intervenire fin da subito".

Silvia Bini