La sferzata di Nicolosi al console cinese "Servono più tutele per gli operai sfruttati"

Giani ricorda le 7 vittime orientali del 2013 e promette la proroga del piano Lavoro sicuro che mette nel mirino i capannoni illegali. Berti: "Dai controlli incassati 18 milioni, il progetto si è autofinanziato". Wang Wengang: "Collaboreremo per sensibilizzare"

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di Laura Natoli

PRATO

Un impegno a dare continuità e a potenziare il progetto Lavoro sicuro in scadenza a fine mese. E’ la promessa fatta dal presidente della Regione Eugenio Giani ieri durante l’incontro on line "Cambia-menti", promosso dall’amministrazione comunale, nel settimo anniversario della tragedia di via Toscana al Macrolotto dove, stipati in una fabbrica-dormitorio, la Teresa Moda, morirono bruciati sette operai di origine cinese, cinque uomini e due donne. "Il progetto ha dato i frutti sperati – ha commentato Giani in collegamento – come dimostrano i dati. La Toscana è l’unica regione italiana ad avere un progetto simile per la sicurezza sui luoghi di lavoro. E’ un’esperienza da coltivare e portare avanti, da prendere a modello ed estendere in altre realtà, come ad esempio le cave di marmo a Carrara". L’intervento di Giani è arrivato dopo quello di Renzo Berti, responsabile del progetto Lavoro sicuro dal 2014, che ha sciorinato i risultati raccolti in questi anni di controlli a tappeto nelle aziende a conduzione orientale. Oltre 14.000 le ditte sottoposte a verifica tra Prato, Firenze e Pistoia, da parte dei 74 tecnici assunti dall’Asl, 18 milioni di euro recuperati dalle sanzioni che hanno permesso di autofinanziare il progetto.

All’incontro, trasmesso sul canale Youtube del Comune, hanno preso parte il sindaco Matteo Biffoni, il prefetto Lucia Volpe, il console cinese a Firenze Wang Wengang, il procuratore Giuseppe Nicolosi, l‘assessore regionale all’Immigrazione e alla Sicurezza Stefano Ciuoffo, la presidente della Camera di Commercio di Prato e Pistoia Dalila Mazzi, la consigliera regionale Ilaria Bugetti e una rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil. L’assessore alle Politiche di Cittadinanza Simone Mangani ha moderato il dibattito. Biffoni ha parlato per primo ricordando la tragedia di quella mattina di sette anni fa, rimasta una ferita indelebile nella storia della città. Ha ringraziato la Regione, il procuratore e il suo ufficio per "l’enorme sforzo fatto in questi anni, nonostante i numeri dell’organico siano risicati, per combattere il fenomeno dell’illegalità nel distretto". Ha poi ricordato l’importanza del progetto sottolineando come "resti molto da fare, ma il lavoro fatto fin qui da tutte le istituzioni è stato prezioso". "Collaborazione" è stata ribadita dal console cinese che ha auspicato il raggiungimento degli obiettivi di legalità e sicurezza nei luoghi di lavoro, dichiarandosi disponibile a proseguire nel lavoro svolto per sensibilizzare e informare le aziende sulle normative vigenti. Sicurezza che, però, secondo il responsabile del progetto Renzo Berti dagli orientali è ancora considerata un "orpello". "La situazione è migliorata grazie ai controlli – ha detto – ma non c’è la consapevolezza di ciò che è la sicurezza sul lavoro. Ci si mette in regola per evitare le sanzioni e non perché ci si creda davvero. Non si è compiuto lo scatto della maturazione e della consapevolezza, dell’esercizio di una responsabilità non subìta ma interpretata". Più netta la posizione del procuratore Giuseppe Nicolosi secondo cui si tratta l’illegalità delle imprese cinesi è "un fenomeno endemico" anche se nell’ultimo anno le notizie di reato pervenute in procura sono diminuite del 30% per effetto della pandemia. Rivolgendosi direttamente al console, Nicolosi ha detto che "è necessario sgomberare il campo da ogni equivoco perché si parla di sfruttamento in regime di schiavitù, di rapporti patologici-criminali. La tutela prioritaria andrebbe data ai lavoratori sfruttati, tutela che mi sembra rivolta più al datore di lavoro che sfrutta". "Credo che il piano della Regione, i controlli e le azioni per la sicurezza, abbiano dato risultati importanti ma che non devono accontentarci – ha aggiunto Bugetti – Sono favorevole a una visione di allargamento del Piano ad altri ambiti". Ha concluso il prefetto Lucia Volpe, che ha definito la leale concorrenza "un principio cardine della nostra economia, oltre alla sicurezza e il rispetto dei diritti dei lavoratori".