La perizia ribadisce le irregolarità in azienda Luana, la famiglia attacca: "Incuria seriale"

Inchiesta verso la chiusura, la Procura confermerà tutti i capi d’accusa. Gli indagati ascoltati di nuovo solo se lo chiederanno

di Sara Bessi

PRATO

La perizia sull’orditoio killer e sulla dinamica dell’incidente mortale che ha stroncato la giovane vita di Luana D’Orazio è adesso anche nelle mani degli avvocati degli indagati e della famiglia della operaia. Il documento è stato ritirato ieri in Procura dalle parti interessate, attese ora da un lavoro impegnativo per studiare e analizzare la corposa relazione composta da 69 pagine, dettagli, notazione tecniche e anche una lunga serie di allegati con fotografie e ricostruzioni grafiche, per un totale di oltre cento pagine.

La perizia è il risultato del lavoro di Carlo Gini, ingegnere incaricato dalla procura di esaminare lo stato dell’orditoio al quale quel maledetto 3 maggio stava lavorando Luana. Dunque un documento complesso: serviranno giorni per studiarlo e decodificarlo. Ma intanto qualcosa affiora da quelle pagine, tant’è che la Procura conferma di avere alcuni punti fermi. Intanto non convocherò di nuovo gli indagati, che quindi se vorranno essere ascoltati dovranno chiederlo direttamente tramite i propri avvocati. E molto probabilmente confermerà le ipotesi di reato formulate finora a carico dei tre indagati: la titolare dell’Orditura Srl, Luana Coppini, il marito di lei, Daniele Faggi, ritenuto dagli investigatori il gestore di fatto dell’azienda, e il tecnico manutentore Mario Cusimano (difeso dall’avvocato Melissa Stefanacci). Ai tre indagati la Procura contesta i reati di omicidio colposo e omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche. In passato solo Coppini e Cusimano hanno risposto alle domande del pubblico ministero Vincenzo Nitti, a cui è affidato il fascicolo. Il caso è seguito anche dal procuratore Giuseppe Nicolosi. I legali adesso si sono presi il tempo necessario a studiare bene la perizia e anche loro intendono affidarsi a consulenti tecnici. Dopo di che decideranno quale strategia difensiva mettere in campo. Ma intanto è durissima la reazione della mamma di Luana, Emma Marrazzo. "Non lasceremo che questa tragedia rimanga impunita: Luana è diventata un simbolo pagando con la sua vita. Chi ha causato la sua morte dovrà assumersene la responsabilità". Parole nette. Alle quali aggiunge: "Il perdono cristiano è già stato concesso. La giustizia terrena faccia il suo corso. È difficile commentare quanto letto e visto: la sua morte, come altre, si poteva assolutamente evitare".

Andrea Rubini, presidente della società di consulenza incaricata dai familiari di Luana D’Orazio a tutela dei propri diritti, definisce in una dichiarazione rilasciata all’Ansa "sconcertanti le risultanze della perizia". E aggiunge: "Si rileva dall’elaborato peritale un’incuria seriale da parte dell’azienda l’Orditura srl. Attendiamo gli esiti di tutte le indagini svolte e degli eventuali rinvii a giudizio per decidere la partecipazione come parti civili nel processo penale". Parole che fanno intendere come la perizia depositata in Procura, secondo i rappresentanti della famiglia D’Orazio, confermerebbe molti dei dubbi sorti in ordine alla mancanza di elementi sicurezza rispetto al macchinario che ha stritolato Luana.

Anche gli avvocati degli indagati potrebbero decidere di parlare già nelle prossime ore per un commento conclusivo sui contenuti della perizia. I legali Alberto Rocca e Barbara Mercuri hanno in programma un confronto per stamani con i propri consulenti tecnici per analizzare la relazione peritale. Successivamente si incontreranno con i propri assistiti, Luana Coppini e Daniele Faggi, per illustrare loro le risultanze dell’inchiesta e decidere una linea di condotta. Siamo dunque arrivati alle battute finali di questa lunga inchiesta. Ma un altro tassello deve ancora aggiungersi per potere chiudere definitivamente il cerchio: si tratta dei risultati dell’indagine della guardia di finanza sulle stime dei profitti ottenuti dall’azienda con la presunta manomissione dell’orditoio. Anche questi potrebbero arrivare già nelle prossime ore. Dopo di che la Procura potrebbe decidere di chiudere ufficialmente le indagini.