La parabola discendente dello stadio. Nuovo esposto, c'è un’altra inchiesta

La storia infinita del Lungobisenzio non trova pace. Tra lavori e inchieste, da un anno e mezzo l’impianto di via Firenze è rimasto vuoto

Il procuratore  Giuseppe Nicolosi

Il procuratore Giuseppe Nicolosi

Prato, 10 ottobre 2018 - La storia infinita del Lungobisenzio non trova pace. Tra lavori e inchieste, da un anno e mezzo l’impianto di via Firenze è rimasto vuoto e in balia delle erbacce. Ora sono le erbacce a sollevare le l’ennesima grana allo stadio. Il consigliere comunale d’opposizione, Marilena Garnier, ha presentato lunedì pomeriggio un esposto in procura, lo stesso che pochi giorni fa aveva indirizzato alla corte dei conti sollevando l’ipotesi di un sospetto danno erariale. Dopo tutti i soldi spesi (dal 2013 a oggi circa due milioni, dice Garnier) per ristrutturarlo e metterlo a norma, l’impianto è rimasto vuoto. Lavori e soldi buttati alle ortiche? O meglio, alla gramigna? Il procuratore Giuseppe Nicolosi ha ricevuto l’esposto della consigliera comunale e ha aperto un fascicolo modello 45, senza nessuna ipotesi di reato né indagati, per verificare come sono stati spesi questi soldi.

Come ha sottolineato Garnier, ne serviranno altri per togliere le erbacce, almeno 10-15mila euro. Al procuratore è stato affiancato il sostituto Giampaolo Mocetti. E’ l’ennesima inchiesta giudiziaria sullo stadio aperta da un anno e mezzo a questa parte, da quando nell’estate del 2017, è scoppiato il «caso» dell’ingresso illegale in Italia di baby calciatori per cui è stato indagato, fra gli altri, Paolo Toccafondi. Un bubbone a cui ne sono seguiti altri. Dall’inchiesta sui lavori al Lungobisenzio che ha portato agli avvisi di garanzia per due tecnici del Comune (l’ex dirigente Luca Piantini e l’ingegnere del Comune, Francesco Sanzo), e per l’ex delegato allo Sport, Luca Vannucci. E’ ancora in corso – ma si dovrebbe chiudere a giorni –, invece, l’inchiesta sulla revoca dello stadio all’Ac Prato, arrivata nel luglio scorso dopo il tormentone della vendita della società (mai avvenuta) da parte di Toccafondi.

Una serie di accuse incrociate tra patron del Prato e amministrazione che hanno portato sui tavoli delle procura denunce da entrambe le parti. Ora si sono accesi i riflettori della procura della corte dei conti (sempre in seguito all’esposto di Garnier), senza dimenticare che è ancora pendente il giudizio di fronte al Tar sulla regolarità o meno degli atti che hanno portato il Comune a negare la disponibilità dello stadio all’Ac Prato che sarebbe stata necessaria per il ripescaggio della società biancazzurra in serie C. Le grane non sono finite e la parabola discendente che ha travolto il Lungobisenzio sembra destinata a durare parecchio.