La crisi Russia-Ucraina ‘minaccia’ il distretto "L’incubo di un’altra stangata nelle bollette"

Il deputato Silli: "C’è il rischio di ricadute pesanti nell’approvvigionamento delle materie prime e nel costo del gas. Sarebbe un’apocalisse"

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"La crisi fra Russia e Ucraina rischia di avere ricadute pesantissime per Prato e la Toscana nell’approvvigionamento delle materie prime e nei costi delle bollette del gas. In caso di sanzioni alla Russia e di un’eventuale guerra, ci potrebbero essere chiusure di gasdotti, o riduzioni di forniture. E poi un blocco dell’export verso la Russia, con la quale molte aziende del distretto lavorano. L’evoluzione di questa guerra va scongiurata: un’ulteriore stangata nelle bollette sarebbe l’apocalisse per le aziende del distretto". Il deputato di Coraggio Italia, nonché uno dei due membri toscani della commissione Difesa alla Camera, Giorgio Silli, interviene sui rischi derivanti da una guerra fra Ucraina e Russia, ipotizzando ripercussioni durissime sul territorio.

Silli, quali aziende subirebbero il contraccolpo peggiore?

"Tra le aziende tessili sicuramente quelle a umido, come rifinizioni e tintorie, che già oggi sono in ginocchio per il caro bollette. Qui c’è chi ha visto passare i costi in pochi mesi dell’energia e del gas da 30mila a 150mila euro. A Prato siamo grandi importatori di queste materie prime, e avremmo ripercussioni tremende dalla guerra".

E per la Toscana, che ripercussioni ci potrebbero essere?

"Intanto avremmo un problema sul fronte turistico: fra città d’arte e costiere, la presenza di russi pesa tanto sia come numeri che come acquisti. Poi ci sarebbero le difficoltà dell’export, e poi quelle dell’approvvigionamento delle materie prime. Ho incontrato alcuni industriali del settore cartario lucchese: c’è chi sta pensando di fermare alcune linee produttive perché a causa dei rincari dell’energia sono diventate anti-economiche".

A proposito di energia, il governo ha messo sul piatto altri aiuti per imprese e famiglie. Basteranno?

"È chiaro che i fondi non sono sufficienti, perché ce ne vorrebbero decine e decine di miliardi. E’ anche vero però che il problema del caro bollette non si può tamponare mettendo dentro il sistema soldi pubblici a pioggia. Denaro che poi va a fare debito che prima o poi andrà restituito. Bene quindi aiutare nel breve periodo famiglie e imprese, ma questo meccanismo non potrà andare avanti all’infinito".

Quindi cosa propone per arginare il caro bollette?

"Una soluzione definitiva non esiste. Il prezzo lo fa il mercato mondiale, quindi per ora con l’aiuto del governo cerchiamo di superare la situazione attuale, ma per il futuro dovremo imparare a convivere con questa oscillazione dei prezzi. Sento colleghi che parlano di estrarre il nostro gas dall’Adriatico o di nucleare. Il problema è che il gas dall’Adriatico sarebbe sufficiente solo per un anno e mezzo per il consumo interno italiano, mentre per il nucleare servirebbero almeno vent’anni per avere nuove centrali funzionanti".

Perché il prezzo dell’energia sta salendo costantemente?

"Perché ci sono giganti industriali come la Cina che negli ultimi anni hanno avuto una richiesta interna altissima. Ma se la domanda è aumentata, l’offerta è rimasta la stessa. E quindi i prezzi sono schizzati alle stelle. Se la Russia adesso chiudesse i rubinetti, allora la Cina ne beneficerebbe doppiamente".

Che ne pensa delle rivendicazioni della Russia?

"Ho simpatia per questa nazione e per la sua storia, ma il momento attuale non ammette tentennamenti. Non posso che rigettare l’ipotesi che le province ucraine si stacchino. Se bastasse la volontà del popolo, allora l’Italia avrebbe già perso da decenni il Sud Tirolo. Qui devono farla da padrona il diritto internazionale e i trattati".

Stefano De Biase