La crisi non risparmia le caffetterie "I fatturati pre covid sono lontani"

"Per 6 imprese su dieci si prevede che il ritorno a quei numeri non avverrà prima del 2023"

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La crisi non sta risparmiando nessun settore del commercio. Le difficoltà riguardano pure i bar caffetteria, che in provincia di Prato vedono 416 punti vendita per un totale di 738 occupati. Tanto che le stime di Confcommercio Prato Pistoia, come spiegato dal direttore Tiziano Tempestini, "dicono che per 6 imprese su 10 il ritorno ai fatturati pre-covid non arriverà prima del 2023". Ad analizzare i cambiamenti del settore è il presidente di Confcommercio Gianluca Spampani. "Prima del covid il settore era in fortissima espansione – sottolinea –. I ritmi di vita e lavoro, infatti, avevano fatto crescere in maniera esponenziale i volumi di fatturato. Negli ultimi anni, invece, la pandemia ha imposto un repentino freno alla socialità e agli spostamenti, con evidenti conseguenze sul settore".

Confcommercio evidenzia come la categoria sia comunque riuscita a rispondere ai cambiamenti (ad esempio le consegne a domicilio). "Quando il mercato è in crisi, è il momento per fermarsi e ripensare da capo all’impresa, puntando su formazione e novità – aggiunge Tempestini -. La guerra, i rincari in bolletta e gli aumenti dei prodotti alimentari però fanno vivere imprenditori e consumatori in un clima di incertezza, che frena la propensione alla spesa e che rende difficile pianificare strategie aziendali di sviluppo". Poi c’è il problema manodopera. "Per 4 imprenditori su 10 mancano candidati e competenze adeguate per cameriere di sala, chef, aiuto cuoco, pizzaiolo – conclude Confcommercio -. Se vogliamo tornare ai ritmi pre-pandemici, servono politiche mirate a ripristinare le condizioni essenziali a progettare una crescita".