La bugia di Taddei ha conquistato Veronesi

Lo scrittore di Seano tra i vincitori del campionato italiano dedicato alle frottole. Magari raccontate a fin di bene, come in questo caso

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Un nonno e un giovane su un treno che si ferma con un sibilo. Destinati entrambi a un campo di concentramento. Ma l’anziano, che non ha mai lasciato il suo paese, non lo sa. Il nipote gli fa credere che stanno andando a Sassari per non riempire di paura i suoi occhi stanchi.

Una bugia malinconica che ribalta i ruoli del film ’La vita è bella’ in cui è un padre che illude il figlio. Una bugia consapevole perché carica di orrore. E "Sassari" è proprio il titolo del racconto che ha vinto l’ultima edizione del Campionato italiano della bugia, sezione letteraria, organizzato dall’Accademia della Bugia a Le Lastre, Pistoia. A scrivere quel racconto è stato il pratese di Seano Leonardo Taddei, a decretare il testo migliore invece è stato Sandro Veronesi, che ormai da anni è giudice fisso della kermesse. "Sono molto felice per questo riconoscimento inaspettato", dice Taddei. "E’ stata la mia prima partecipazione al concorso. Vivo in Danimarca da un po’ e sono rientrato in Italia proprio ieri mattina. Doppia gioia il giudizio di Veronesi". Il tema di quest’anno, il viaggio, l’autore di "Sassari" lo ha letto in un’ottica di ’estraniazione’ collegandolo a un argomento a lui molto caro. "Mio nonno era partigiano e ho lontanissime origini ebree, ucraine, da parte di mamma", spiega. "Il viaggio è qualcosa che porta a scoprire nuove parti di noi stessi, un passaggio da ciò che conosciamo a ciò che non conosciamo. Per i deportati il viaggio era il primo passo verso qualcosa di terribile, un allontanamento forzato dalle proprie case per salire su treni che erano in realtà carri di bestiame". Taddei, 40 anni, ha lasciato Seano molto giovane: oggi, in Danimarca, oltre a scrivere racconti, fa il giornalista per un trimestrale che si occupa di musica (ha seguito recentemente l’Eurovision Song Contest: "Una bella esperienza anche perché abbiamo vinto"), sport, politica e lavora all’Universita di Copenaghen. Ma le radici sono in Toscana e infatti il racconto lo ha scritto in dialetto. "Seano è il punto fermo della mia bussola, la mia famiglia vive lì: questo premio lo dedico ai miei genitori Brunera e Sergio". Taddei ha ricevuto ieri il ’Bugiardino’ dalle mani del magnifico rettore dell’Accademia della Bugia Emanuele Begliomini. Il campionato fonda le radici in una vecchia tradizione popolare: come racconta l’organizzatore Tiziano Carradori, prima dell’avvento della tv gli abitanti di Le Piastre erano soliti ritrovarsi di fronte ai metati, piccole costruzioni per seccare le castagne: chi aveva avuto modo di uscire dal paese, raccontava agli altri ciò che aveva vissuto o visto, ma infiocchettando la narrazione.

Angela Gorellini