L’eredità milionaria lasciata ai cani senza casa

E’ la decisione di un’anziana che dona la metà dei propri beni al Comune per costruire un nuovo rifugio. L’altra metà andrà a una Rsa

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di Stefano De Biase

Il canile di Prato si trasferirà dall’area del Calice in una zona più adeguata. E questo sarà possibile grazie a una maxi eredità che una cittadina ha deciso di lasciare all’amministrazione comunale. Nida Mazzanti, 99 anni, è scomparsa nel novembre del 2020: era vedova e non aveva eredi (la figlia è deceduta qualche anno fa). Da qui la decisione di lasciare i suoi beni al Comune di Prato per costruire un nuovo canile e alla Rsa Santa Caterina de’ Ricci. In totale si parla di una eredità ampiamente superiore al milione di euro. Mazzanti aveva liquidità per 134.000 euro in banca e titoli per 787.000 euro. Ma non solo. La donna era pure comproprietaria di vari immobili e terreni. Lascia aree in via di Maliseti, viale Marzabotto e via Coppola. Poi fabbricati in via Fosse Ardeatine e via Montalese. E infine un fondo commerciale a Vernio. L’eredità andrà spartita in parti uguali fra il Santa Caterina de’ Ricci e il Comune. L’amministrazione destinerà l’intera cifra alla costruzione di una nuova maxi area dedicata agli animali. Una soluzione che da tempo era nei piani del Comune, visto che la zona del Calice è soggetta ad allagamenti, ma per la quale mancavano i fondi. Denaro che invece adesso c’è grazie alla generosità di Nida Mazzanti. Così gli uffici tecnici potranno mettersi al lavoro per produrre lo studio di fattibilità e il progetto definitivo (è assai probabile che serva pure una variante urbanistica). L’accettazione dell’eredità, con beneficio di inventario (cioè da quantificare con esattezza, incaricando un notaio per definirne il valore) è stata approvata sia nell’ambito della commissione comunale Bilancio, presieduta da Lorenzo Tinagli, che in consiglio comunale. "Compiamo una scelta coraggiosa", spiega l’assessore Cristina Sanzò. "Avremmo potuto usare la cifra come spesa corrente per fare fronte alle necessità dell’attuale canile, invece crediamo che sia necessario realizzare una struttura nuova, perché nonostante i tanti interventi effettuati negli anni, il canile resta pur sempre in una zona infelice". Le aree sotto osservazione da parte del Comune, per lo spostamento del canile, sono almeno cinque. Di sicuro si cercherà un terreno già di proprietà pubblica, grande almeno 56 mila metri quadrati. L’amministrazione comunale non vorrebbe infatti sprecare parte dell’eredità per effettuare espropri. Il percorso di individuazione dell’area deve comunque ancora iniziare e coinvolgerà anche i gestori del canile visto che andrà trovato uno spazio distante a sufficienza dalle abitazioni. "Vogliamo realizzare una nuova struttura in una località non soggetta a rischio idraulico e migliorativa da un punto di vista qualitativo per la vita dei cani", conclude Sanzò "Un luogo con più spazi e abitabilità, nella speranza che i cani transitino da lì per un periodo più breve possibile". Chiuso il capitolo Comune, l’altra metà dell’eredità spetterà alla Rsa Santa Caterina de’ Ricci, di cui è proprietaria la cooperativa sociale Sarah. Una notizia che viene accolta con grande felicità dal presidente della coop Vladimiro D’Agostino. "È stato un gesto d’affetto e di riconoscenza per chi si occupa delle persone più fragili e di questo siamo profondamente grati - commenta - La signora non è stata nostra ospite e non frequentava la struttura. Il suo lascito dunque ha il significato di un dono a un luogo storico di accoglienza, solidarietà e incontro per gli anziani della nostra città e questo ci colpisce profondamente e ci spinge a lavorare con ancora più impegno. Useremo questo dono per migliorare le attività della residenza".