'Fu ingiusta detenzione', ispettrice dell’Asl ottiene il risarcimento dallo Stato

Nove giorni ai domiciliari con l’accusa di aver preso una mazzetta e poi prosciolta. 'Ci fu danno di immagine'

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Prato, 19 febbraio 2020 - Le è stato riconosciuto l’indennizzo per ingiusta detenzione. Lo ha deciso la Corte di Appello di Firenze dopo che la donna, difesa dall’avvocato Davide Pucci, aveva fatto ricorso per quei nove giorni passati agli arresti domiciliari con la grave accusa di concussione. Si tratta di Tatiana Tarantino, 44 anni, ispettrice dell’Asl assunta nell’ambito del progetto Lavoro sicuro della Regione. La donna finì al centro di un’inchiesta della procura su alcune mazzette che avrebbe preso insieme a un collega, Massimiliano Guarnieri, 47 anni. Era il 2016 quando l’uomo finì in carcere per cinque episodi contestati: si sarebbe intascato le mazzette degli imprenditori cinesi per ammorbidire i controlli. Nei guai finì anche la Tarantino che rimase per nove giorni ai domiciliari.

"La mia assistita collaborò subito alle indagini e si fece interrogare in procura tanto che venne disposta la scarcerazione immediata – commenta l’avvocato Pucci – Fu dimostrato che la mia assistita si trovava a Palermo nel periodo dei fatti contestati e che, in precedenza, era stata assente dal lavoro per malattia. Non solo. La cinese che la indicò come la donna a cui aveva dato la mazzetta era in Cina sempre nel periodo in contestazione".

Un passaggio di soldi che sarebbe stato, quindi, impossibile. Tarantino venne prosciolta dal gip Francesco Pallini per "notizia di reato infondata". Venne reintegrata al lavoro dall’Asl dopo una sospensione di quasi un anno. Guarnieri, invece, è stato condannato a tre anni per concussione dopo che i fatti a suo carico furono confermati. L’uomo è stato licenziato.

Dopo la sentenza Tarantino ha fatto ricorso per ingiusta detenzione e per il patimento subito dal danno di immagine, in quanto il suo nome finì su tutti i giornali. Ieri è arrivata la conclusione della vicenda. La Corte di Appello le ha riconosciuto l’indennizzo sia per l’ingiusta detenzione sia per il danno di immagine. Una cifra non altissima – che le sarà versata dal Ministero dell’Economia – ma che le consentirà, almeno in parte, di essere risarcita per la brutta avventura subita. © RIPRODUZIONE RISERVATA