Il parroco, i festini hard e la droga dello stupro. Filone di inchiesta porta fino a Roma

Il compagno di don Spagnesi coinvolto anche nelle indagini che hanno portato all’arresto della sorella di Ornella Muti. Da lì è nato il caso pratese

Don Francesco Spagnesi arriva in tribunale a Prato (foto Attalmi)

Don Francesco Spagnesi arriva in tribunale a Prato (foto Attalmi)

Prato, 12 novembre 2021 - La passione per la gbl, la droga dello stupro, gli ha portato non pochi guai. Il nome di Alessio Regina, pratese di 39 anni, compagno di don Francesco Spagnesi - l’ex parroco della Castellina finito nella bufera e indagato per spaccio, truffa e appropriazione indebita - compare infatti anche nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Roma su un vasto giro di importazione d all’estero di sostanze stupefacenti, soprattutto sintetiche. Si tratta dell’inchiesta ’Sex and clean’ esplosa il 27 ottobre, quando i carabinieri della Tutela della Salute di Roma hanno dato esecuzione a 39 misure cautelari (11 in carcere e 28 ai domiciliari) per spaccio e traffico di droga. Fra questi - si scopre oggi - c’era pure Alessio Regina. Ma non solo. L’inchiesta ha avuto non poco clamore perché fra gli arrestati c’è anche la sorella della nota attrice Ornella Muti, Claudia Rivelli, 71 anni, già arrestata a settembre per tre bottiglie di gbl trovate nella sua casa. La donna si è difesa sostenendo di usare la gbl "per lucidare l’argenteria" e suo figlio "per pulire l’auto".

Regina è stato indagato a Roma per un solo episodio di importazione di droga dello stupro dalla Croazia risalente all’ottobre del 2019. L’uomo, compagno da oltre sette anni di don Spagnesi, come confermato dai due durante gli interrogatori alla procura di Prato, aveva acquistato un litro di gbl sul dark web usando la propria carta di credito e facendosi spedire il pacco alla sua residenza, a Figline, nella casa in cui viveva con l’ex parroco della Castellina e in cui la coppia organizzava festini a luci rosse reclutando uomini sui siti di incontri. Durante le serate hard Regina e Spagnesi offrivano la gbl, potente stupefacente capace di togliere qualsiasi freno inibitore e di fare perdere la memoria. Quell’ordine sul web, però, è costato a Regina, difeso da Antonio Bertei, un’altra imputazione.

In realtà dopo la misura cautelare l’uomo è stato subito liberato perché il reato contestato rientra fra quelli contestati dalla Procura di Prato. Regina ha confessato tutto al pm Lorenzo Gestri che, a quel punto, ha dato parere favorevole al patteggiamento a 3 anni e 2 mesi per traffico di stupefacenti e spaccio continuato. Dunque a Roma la posizione di Regina verrà archiviata. Resta il fatto che da quella inchiesta, cominciata a fine 2017, è poi partita l’inchiesta pratese che ha travolto anche don Spagnesi. La droga ordinata sul web da Regina era stata intercettata dai carabinieri del Nas di Roma che stavano dietro a un vasto giro di importazione e spaccio di sostanze chimiche, dal Fentanyl alla ghb-gbl. Le droghe sintetiche, dai devastanti poteri anestetici ed eccitanti, erano consumate nei festini hard della capitale, i ’chem sex’ a cui avrebbe partecipato anche un senatore che abita sul Lungotevere, di fronte al palazzo della Cassazione, come emerge dalle carte dell’inchiesta.

Il litro di gbl che doveva arrivare a Figline, a casa di Regina, ("da cui sarebbero state ricavate 1866 dosi singole medie", scrive il gip romano) venne sequestrato e l’uomo finì nel registro degli indagati. Le indagini d ella Procura romana sono andate avanti fino all’agosto di quest’anno. Come scrive il gip nell’ordinanza, il 25 agosto i nomi dei 39 indagati per i quali era stata chiesta la misura cautelare vengono inseriti nella banche dati. Dopo di che, guarda caso, Regina viene fermato in auto in compagnia del parroco dopo avere ritirato un altro litro di gbl da uno spedizioniere a Calenzano il 27 agosto. Dunque l’inchiesta romana ha messo in moto quella pratese che ha coinvolto non solo Regina ma lo stesso Spagnesi il quale, chiamato in Procura come persona informata dei fatti, ha poi confessato una storia che riguardava direttamente anche lui. Nel frattempo il reato contestato a Regina dalla Procura romana è stato assorbito dall’inchiesta pratese.