La casa diventa una trappola di fuoco, nel rogo muoiono padre e figlia

La figlia non ha voluto abbandonare l’anziano padre disabile. Li hanno ritrovati carbonizzati. Rogo probabilmente innescato da un mozzicone di sigaretta mal spento

Incendio a Prato in via del Castagno (Foto Attalmi)

Incendio a Prato in via del Castagno (Foto Attalmi)

Prato, 12 dicembre 2018 - Sono da poco passate le nove di sera in via del Castagno quando strani rumori in arrivo dal piano inferiore annunciano, a una famiglia appena sedutasi a cena attorno al tavolo della cucina, l’inizio della tragedia. Basta scendere una rampa di scale per vedere il fumo e la porta d’ingresso dell’appartamento del primo piano già incandescente. E capire che lì, in quella casa di 65 metri quadri, dove abitano una figlia con il padre disabile, una famiglia che non ha mai dato disturbo a nessuno, le fiamme divampate chissà perché stanno velocemente distruggendo tutto.

Per i due occupanti, Dorando Pagnini di 84 anni e la figlia Sara di 57 anni, purtroppo non ci sarà scampo. Quando arriveranno i vigili del fuoco e l’ambulanza della Misericordia, allertati dalle tante famiglie del palazzo, sarà ormai troppo tardi per metterli in salvo. Il padre lo ritroveranno cadavere sul letto, la figlia per terra senza più vita, in un’altra stanza. Non sono riusciti a salvarsi. Non c’è riuscito lui, disabile con gravi problemi di deambulazione tanto da essere costretto da tempo a spostarsi su una carrozzina. E non c’è riuscita lei, che non ha voluto abbandonare l’appartamento prima di avere messo in salvo il genitore. Non c’è riuscita, ha perso tempo prezioso in quel vano tentativo di aiutarlo. Poi anche per lei non c’è stato più niente da fare.

Eppure glielo dicevano, i vicini di casa, giù dalla strada, di gettarsi di sotto, a lei che per cercare un po’ di aria respirabile si era affacciata al terrazzo di casa e mostrava sul volto i segni della disperazione. «Buttati, buttati», le urlavano. Ma Sara non ne ha voluto sapere di pensare solo a se stessa. «Stai tranquilla, ora troviamo il modo di aiutarvi», le hanno anche detto. Ma non ci sono riusciti, in questa maledetta serata dell’impotenza e della disperazione collettiva. Quando i vicini hanno visto che da quel terrazzo al primo piano non usciva più fumo, ma lingue di fuoco, e che la donna non si affacciava più, hanno capito che la tragedia si era definitivamente consumata. Cosa sia stato a scatenare l’incendio resta ancora da chiarire.

A trovare una risposta ci penseranno i Carabinieri, arrivati sul posto con una squadra dell’Investigativa. Due le prime ipotesi formulate in nottata: un mozzicone di sigaretta mal spento a contatto con un tessuto sintetico oppure il cortocircuito di una termocoperta in funzione per vincere il freddo della sera. «Una tragedia immensa», le prime parole del sindaco Matteo Biffoni, arrivato sul posto intorno alle 23,30. Prima di lui erano già arrivati a rappresentare l’amministrazione comunale gli assessori Luigi Biancalani e Benedetta Squittieri, pronti a dare assistenza a famiglie di quel condominio costrette ieri sera ad abbandonare i rispettivi appartamenti, non considerati sicuri dai vigili del fuoco. Uno, quello al piano superiore, occupato dalla famiglia albanese che per prima si è accorta dell’incendio, avvertendo gli strani rumori che hanno bruscamente interrotto la cena appena iniziata. Poi sono arrivati in via del Castagno gli altri due figli di Dorando, un uomo e una donna. Il primo ha raccontato di essere stato in serata a trovare il padre e la sorella e di avere lasciato l’appartamento poco prima delle 21, quindi poco prima che divampasse l’incendio. La seconda si è disperata in lacrime: erano le nove e mezzo quando aveva telefonato a casa di Dorando e Sara per dare loro la buonanotte. Ma non rispondeva nessuno e il telefono squillava a vuoto. Era già successo tutto.

Sara Bessi