In centro ora chiude la mesticheria Memoli "Troppe le tasse"

Il titolare: "Dopo 22 anni è una scelta sofferta ma inevitabile. E non ho trovato un giovane disposto a rilevare il negozio"

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Aniello Memoli, il titolare dell’omonimo negozio in via Ser Lapo Mazzei di ferramenta e mesticheria.

"Dopo 22 anni è triste chiudere l’esercizio. Ma non possiamo far altro dinanzi a tasse così elevate, senza considerare l’affitto da pagare. E’ stata una scelta ponderata e nel tempo abbiamo provato a trovare degli acquirenti, ma nessuno si è interessato veramente". Il dispiacere nelle parole di Aniello Memoli, titolare assieme alla moglie Gioia Barni dell’omonimo negozio di ferramenta e mesticheria di via Ser Lapo Mazzei, è evidente. Il commerciante 65enne ci ha provato ad andare contro ad un’idea nata un paio di anni fa, in periodo di piena pandemia, ma alla fine la ragione ha avuto la meglio sul cuore. E così ha iniziato ad applicare una serie di sconti sui propri prodotti, perché il 17 dicembre prossimo l’attività cesserà ufficialmente di esistere. "E’ un duro colpo, anche perché i clienti storici da quando sanno che ho preso questa decisione stanno cercando di farmi cambiare idea. Con il tempo sono diventati veri e propri amici, li ringrazio per l’affetto che mi stanno manifestando - afferma Memoli, volto conosciuto del centro - Purtroppo mi sono arreso alla realtà dei fatti, ossia che non era più sostenibile portare avanti questa attività, nonostante in questo momento gli affari non vadano per niente male. Non saranno quelli di 20 anni fa, ma non mi lamento. Tuttavia preferisco dedicarmi ad altro, senza smettere di lavorare: da partita Iva mi occuperò di interventi ‘casalinghi’ per serrature, finestre e porte, o comunque tutto ciò che concerne un’abitazione. Avendo lavorato così tanto tempo in centro, ormai in molti sanno che sono a disposizione anche per questi servizi di riparazione. Mi manterrò da vivere in questo modo".

Nel dire addio a quell’esercizio che ha caratterizzato i suoi ultimi 22 anni di vita, Memoli fa una riflessione amara: "Il fatto di non aver trovato nessuno che volesse rilevare l’attività mi lascia pensare che un ricambio generazionale non ci sia nel mio settore – riflette – . Anzi, arrivo a dire che i giovani non paiono molto interessati ai classici lavori manuali, che per me invece sono una vera e propria passione e mi danno grande soddisfazione. Ormai vanno di moda altre professioni legate magari al digitale, mentre l’attività manuale viene trascurata e il rischio è che si perda quella trasmissione dei saperi che è sempre stato fondamentale. Sarebbe un vero peccato, ovviamente".

Francesco Bocchini