"Imploro l’assicurazione: risarcite quella famiglia"

La titolare dell’azienda in cui è morta l’operaia scrive alla propria compagnia: "Giusto assumersi questa responsabilità, fate il massimo per i danneggiati"

Migration

Una lettera aperta, indirizzata alla propria assicurazione con la quale implorare i funzionari e i responsabili della compagnia di risarcire quanto prima possibile la famiglia di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni, morta mentre stava lavorando a un orditoio il 3 maggio 2021. A scrivere quella lettera è Luana Coppini, titolare dell’Orditura di Montemurlo in cui ha trovato la morte sul lavoro la giovane mamma. Il contenuto della missiva è stato divulgato dai legali dell’imprenditrice, gli avvocati Alberto Rocca, Barbarba Mercuri e Gabriele Capetta. Coppini spiega il motivo della sua scelta e dell’urgenza di un risarcimento per il quale chiede di accelerare i tempi.

"Vi scrivo perché sento essere mio dovere farlo, ma anche perché è l’unico modo che ho a disposizione per alleviare la pena procurata ai familiari di Luana e al figlio in particolare", si legge nella lettera. Per Luana Coppini si tratta di "una assunzione di responsabilità e una richiesta da parte vostra di assumere le responsabilità che scegliamo di delegarvi assicurandoci", aggiunge specificando di parlare "come cittadina ed imprenditrice. Una imprenditrice che è anche operaia per molti aspetti, lavorando io alle macchine".

Per la donna, che è indagata insieme al marito Daniele Faggi - ritenuto dagli inquirenti dell’inchiesta il titolare di fatto della ditta - e al tecnico manutentore esterno Mario Cusimano, la Procura di Prato ha chiesto il rinvio a giudizio. I reati ipotizzati sono per tutti e tre di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche. L’udienza preliminare è fissata per la mattina del 7 aprile. La scelta di scrivere alla compagnia assicurativa dell’azienda tessile è stata condivisa dall’imprenditrice con suoi legali. "Lo so - dice ancora Luana Coppini - che non è facile in casi come questi raggiungere accordi, e so che già vi sono stati da parte vostra contatti con le persone che rappresentano i familiari di Luana, ma spero e credo che dobbiate fare il massimo verso tutti i danneggiati ed ove un accordo non fosse trovato, con la ditta che si è sostituita ai familiari o con gli avvocati, non esitate a mettere a disposizione le somme che ritenete giuste secondo principi e criteri indicati dalla nostra giustizia soprattutto secondo equità". Un appello dai toni accorati, che la titolare dell’orditura di Oste sottolinea con una chiusa molto esplicita: "Ve lo chiedo e ve ne prego". L’udienza del 7 aprile sarà presieduta dal giudice Scarlatti e quel giorno si saprà se la donna, insieme agli altri due imputati, sarà rinviata a giudizio e dovrà quindi sostenere il peso di un processo per la morte di Luana.

Sa.Be.