Il Pecci "licenzia" Perrella. All’improvviso

Ieri sera l’annuncio all’insaputa della direttrice. "Sono senza parole". Appena sei mesi fa il rinnovo dell’incarico fino al 2024

Cristiana Perrella, direttrice del Pecci da tre anni e mezzo

Cristiana Perrella, direttrice del Pecci da tre anni e mezzo

Prato, 9 ottobre 2021 - Un fulmine al ciel sereno. Ieri sera alle venti un comunicato del Pecci. Laconico. "ll cda ha deciso di revocare l’incarico di direttore generale a Cristiana Perrella. ll consiglio comunica inoltre di aver avviato una procedura di selezione per nominare il nuovo direttore, che si conclcuderà entro fine anno. La nuova direzione avrà il compito di rilanciare l’attività del Pecci come punto di riferimento dell’arte contemporanea in Italia". Nello stesso momento Cristiana Perrella era in treno, nel viaggio di ritorno verso Roma, dove vive nei fine settimana. E non era a conoscenza di quello che era appena stato deciso.

"Il mio contratto non prevede la revoca immediata dell’incarico se non per gravi motivi che francamente non mi pare esistano. Nessuno mi ha comunicato nulla. Aspetto di leggere le carte. Sono senza parole", il commento a caldo della (ex) direttrice, pieno di stupore e di amarezza. La curatrice e critica d’arte dirigeva il Pecci da tre anni e mezzo. Lo scorso 30 marzo era arrivata la conferma dell’incarico per altri tre anni, quindi fino alla primavera del 2024.

"Nonostante l’oggettiva difficoltà a fare previsioni, mi sento di dire che il 2021 sarà un anno importante per il Pecci – aveva commentato allora – . Si raccoglie il risultato di un triennio di lavoro molto intenso e concentrato sul definire un’identità chiara per il museo come centro di ricerca e produzione culturale legato al carattere, alla vocazione, alle storie del territorio ma allo stesso tempo partecipe del dibattito internazionale e inserito in un’intensa rete di scambi e collaborazioni con principali istituzioni italiane e straniere". Invece a distanza di sei mesi la revoca. Prima di Perrella si era chiuso in modo burrascoso anche il rapporto con Fabio Cavallucci, all’indomani del grande successo della mostra "La fine del mondo" con la quale nel 2016 era stata inaugurata la nuova e avveniristica sede, progettata da Maurice Nio. Due profili diversi, nella personalità e nelle modalità di gestione, ma due percorsi con simile epilogo.

"Ho fatto tutto nell’interesse dell’istituzione – ha concluso Perrella –. Credo di averla resa più vicina alla città, di aver coinvolto nuovo pubblico grazie alla maggiore visibilità del Pecci non solo a livello nazionale. Tutto questo con pochissime risorse e con i conti in ordine. Mi dispiace. Due direttori in pochi anni, forse il problema non siamo io e Cavallucci. Il problema è il Pecci". Dal cda del Pecci nessun commento oltre la nota ufficiale.