Il Pd non era mai andato così male Volatilizzati 40.000 voti in 14 anni

A Prato i Dem non erano mai scesi sotto il 30%. Nannicini: "Sinceramente non ci aspettavamo di perdere"

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Il peggiore risultato nella storia del centrosinistra pratese e il punto più basso dei consensi su scala provinciale e comunale toccato dal Pd. Sono state una disfatta le politiche 2022 per la coalizione di centrosinistra. Nonostante una intensa campagna elettorale portata avanti sul territorio dai democratici, alla fine è arrivata una sconfitta pesantissima. Perché di sconfitta si parla se si considera l’impegno messo dal partito in questo mese di campagna elettorale: apertura di un comitato elettorale in centro storico, feste de L’Unità sparse fra San Paolo, Querce e San Giorgio a Colonica, presenza in tutti i mercati rionali, apertura dei dibattiti col maxi evento al Beste Hub, incontri tematici organizzati dalla nuova segreteria e l’arrivo in città di big come il ministro Orlando e l’ex segretario nazionale Zingaretti. Iniziative che non sono bastate per contrastare il vento nazionale favorevole al centrodestra, ma anche il lavoro effettuato sul territorio negli ultimi cinque anni da Erica Mazzetti. La batosta elettorale racconta di una perdita costante di elettorato da parte del Pd che va avanti da oltre un decennio. Domenica i Democratici su scala provinciale alla Camera hanno preso 29.788 voti, cioè il 25,75% dei consensi. Mai da quando esiste il Pd il partito era sceso sotto il 30%. Il paragone col passato è impietoso. Alle politiche 2008 il Pd alla Camera su scala provinciale aveva il 46,37% dei consensi, cioè 69.424 voti. Questo significa avere visto svanire in 14 anni la bellezza di 40.000 preferenze. Un dato che vede in Prato città il perno del calo elettorale, visto che nel 2008 il Pd comunale poteva contare 51.712 voti, ben 30.000 in più rispetto alle 21.875 preferenze ottenute domenica. Il paragone è impietoso anche rispetto a un’altra storica sconfitta, quella del 2018, quando Silli e La Pietra la spuntarono alla Camera e al Senato su Della Vedova e Bini. In quattro anni e mezzo il Pd ha perso 7.000 voti a livello comunale e quasi 10.000 preferenze su scala provinciale. Il Pd non aveva mai fatto così male nemmeno in occasione di altre due sconfitte: quella del 2019 alle europee, quando dilagò la Lega di Salvini e soprattutto nel 2009 quando Carlesi perse il Comune in favore di Cenni: all’epoca il Pd sfiorò il 40% al primo turno. "Non ci aspettavamo né di perdere, né di venire sconfitti con un simile distacco", commenta il candidato Pd alla Camera, Tommaso Nannicini.

"Sapevamo che quello di Prato era un collegio difficile, altrimenti non lo avrebbero assegnato a me che all’inizio ero rimasto fuori dalle ripartizioni dei collegi. Però pensavamo che fosse contendibile". Nannicini nell’analisi elettorale guarda anche a quanto successo nel resto della Toscana. "Gli unici collegi sicuri erano Firenze, Scandicci e Livorno, e in quest’ultimo abbiamo perso. E’ evidente che c’era un vento di centrodestra che non si poteva fermare. La mia campagna elettorale è stata breve ed era una goccia nel mare. E’ stato fatto un bel lavoro, di squadra, con l’appoggio di tutto il partito. Restano comunque le emozioni vissute e le relazioni costruite".

Stefano De Biase