"Il Lungobisenzio può rinascere Ma valuteremo tutte le proposte"

Il sindaco: "L’area attuale ha molte potenzialità sul piano sportivo, commerciale e della mobilità Se però qualcuno ha un progetto serio per altri quartieri della città, siamo pronti ad ascoltarlo"

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Ma la città ha davvero bisogno del Lungobisenzio? E’ partendo da questa domanda che abbiamo aperto il dibattito non solo sull’impianto, ma sul futuro di una porzione di città, via Firenze, attualmente schiacciata fra lo stadio e gli ex magazzini generali, entrambi vuoti, che invece merita di essere valorizzata. Di seguito ospitiamo l’intervento che ci ha inviato il sindaco Biffoni.

Trovo molto interessante, anche perché è oggetto di riflessione dell’amministrazione, che si apra un dibattito sul Lungobisenzio e tutta l’area che lo circonda. Condivido l’idea di partire dalla attuale mancanza di un piano calcisticosportivo sufficientemente ambizioso per utilizzare questo impianto in città e al contempo sulla necessità di riconsiderare tutta la zona da un punto di vista urbanistico.

Sin dalla scorsa legislatura abbiamo lavorato in questa direzione, a dire il vero. Per dare ordine alle cose però è necessario considerare i due fronti. Partiamo da quello urbanistico per poi arrivare a quello sportivo.

Sul fronte urbanistico la rilettura dell’intera zona è al centro dell’attenzione politica già dallo scorso quinquennio, tenendo conto di tutta l’area che va da piazza stazione a ponte Petrino includendo, appunto, la piazza, la stazione, l’hub mobilità, lo stadio e i magazzini generali. Con la proprietà, la Camera di commercio, stiamo lavorando insieme per sviluppare uno studio su un nuovo assetto dei magazzini generali in relazione a una rilettura dell’assetto di tutta l’area. Lì possono essere sviluppate molteplici funzioni, sportive ma non solo, grazie alla posizione strategica con la vicinanza alla stazione centrale e alla linea ferroviaria, in vista della realizzazione all’altezza della ferrovia sul lato del Lungobisenzio, come già previsto dal Pums, di un hub mobilità e intermobilità (terminal tpl, parcheggio scambiatore auto bici e ferrovia) e alla vicinanza al parco fluviale. Questo nuovo assetto, una volta realizzato, darebbe a via Firenze e a tutta la zona una nuova definizione: quindi la valutazione è in corso, ma è chiaro che molto passa dal destino dell’area dell’attuale stadio, a sua volta strettamente connesso con un progetto sportivo vero, secondo imprescindibile aspetto da considerare.

Io penso che il problema non è tanto la categoria in cui gioca una squadra, fattore importante ma non dirimente, ma quanto questa riesca ad appassionare, coinvolgere i suoi tifosi, farli soffrire e gioire, richiamarli allo stadio ogni volta che la squadra gioca. Il punto è che il Lungobisenzio, ahimè, negli anni ha spesso, quasi sempre avuto problemi di capienza più per le norme di legge che cambiano che per il numero di persone sugli spalti. E lo dico con dolore, dato che, ed è fatto notorio, tra quelle persone io ci sono sempre stato. E, concordando con dolore con quanto ha scritto La Nazione, una squadra che si fa bastare Montemurlo nell’indifferenza della quasi totalità della città è come un rapporto che finisce perché si è sfilacciato, in cui nemmeno si litiga più: è assente ogni voglia di investire sul futuro e si vive senza prospettive. Questo però, a mio modo di vedere, non può voler dire abdicare, arrendersi alla apatia, dare tutto per finito, non avere fiducia in un futuro diverso, con nuove e forti ambizioni: quindi, pur in assenza di una squadra cittadina, abbiamo stabilito che nel piano operativo il Lungobisenzio continui ad avere la funzione di stadio, perché in questa zona ci sono tutte le potenzialità per un progetto sportivo di ampio respiro, con spazi a destinazione sportiva che si possono ampliare, con la possibilità di un’attrattività commerciale importante, allocato in un’area di facile accesso con ogni tipo di mezzo, con la possibilità per la struttura di avere molteplici funzioni sette giorni su sette in una zona della città di straordinaria centralità (a pochi metri dalla stazione e dal centro storico). Vedendo anche quello che accade in altre città, convinto che uno stadio oggi debba avere questo tipo di caratteristiche per funzionare, è questo che rimettiamo alla valutazione di un imprenditore che avesse l’intenzione di investire davvero su un progetto sportivo serio, che resta la condizione imprescindibile. Ma, con altrettanta disponibilità, se ci fossero idee di un simile progetto che fanno riferimento ad altre zone della città, saremmo pronti a parlarne, sia chiaro. Per ora non è successo, ma questo non significa che non possa accadere. Se ci fosse, nel rispetto delle regole che abbiamo, mettiamoci a sedere e parliamone.

Ovvio, tutto questo passa, o comunque tutto questo troverebbe una formidabile spinta da un progetto sportivo ambizioso, reale, che torni ad appassionare la città, di cui la città si senta parte e non totalmente estranea, come adesso.

Dunque, noi siamo pronti a fare tutte le valutazioni sul Lungobisenzio nell’esclusivo interesse della città e nella speranza di avere una squadra di calcio che torni a regalare emozione e sofferenza, vittorie sentite e sconfitte dolorose. Perché a quella zona della città vogliamo dare un futuro coerente e più efficace proprio per il pregio che la contraddistingue, convinti inoltre che Prato vorrebbe e meriterebbe una squadra della città.

Matteo Biffoni

sindaco di Prato