Il colosso giapponese investe nel distretto "Sarà un trampolino verso nuovi mercati"

La Stylem Takisada, multinazionale che commercia tessuti, ha acquisito il 49% di Giolica. I manager: "Ci ha convinto la creatività pratese"

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Il Giappone sceglie Prato. La Stylem Takisada, multinazionale che importa tessuti, ha acquisito il 49% del capitale di Giolica, piccola azienda tessile specializzata nella produzione di tessuti chanel. Non si tratta solo di un’operazione commerciale, ma di un’opportunità di sviluppo per l’intero distretto. Il colosso a guida giapponese che conta 695 dipendenti diretti e un fatturato annuo di 900 milioni di euro (nel periodo Covid 520 milioni) ha puntato gli occhi su Prato: l’obiettivo è assicurare al mercato della Stylem Takisada che tocca America, Asia e Europa le maestranze pratesi partenda da una piccola, ma ingegnosa realtà come Giolica. Ingegno, know-how, creatività che qui trovano un unicum capace di attirare colossi mondiali.

L’accordo che prevede il mantenimento della produzione a Prato e la gestione da parte dei tre soci, Nicola Guarducci, Franco Lay e Lorenzo Marini, è solo il primo passo di un piano industriale che nelle ambizioni dei tre imprenditori pratesi potrebbe coinvolgere più aziende del distretto. "Con questo accordo - ha spiegato Tsuyoshi Yonezawa - possiamo ampliare il nostro network a cui manca la parte produttiva. Invece di crearla dal niente abbiamo pensato a Giolica che è in grado di interpretare le tendenze del mercato". In dote il lanificio pratese porta un fatturato di 11 milioni di euro, 13 dipendenti, ma soprattutto una capacità produttiva flessibile, tipica del distretto pratese. "Quello che ci ha convinto ad investire in Giolica è stata la capacità dell’azienda di rispondere alle richieste del mercato proponendo soluzioni adeguate alle tendenze", aggiunge il socio nipponico. La fascia di mercato a cui si rivolge Giolica è medio-alta, esattamente come è nelle corde del distretto pratese. L’obiettivo è sviluppare collaborazioni con imprese locali grazie al trampolino offerto dai giapponesi. "Ricerca, sviluppo, capacità di leggere i mercati e di reagire in tempi brevi: l’unico modo di crescere, nonostante le sfide costanti imposte da un mercato globale, sensibile e fortemente interconnesso - dichiarano i soci fondatori di Giolica - è puntare sulla qualità". Non è la prima volta che il Giappone si affaccia a Prato. A fare da apripista è stata l’azienda Pontetorto fondata nei primi anni ’50 del Novecento dalla famiglia Banci, e oggi controllata interamente dalla Daidoh Limited. "Non sarà così per Giolica", ha tenuto a sottolineare Lorenzo Marini, socio fondatore dell’azienda nata nel 2008. "La suddivisione delle quote non è casuale, vogliamo continuare a guidare l’azienda, anche se ovviamente confrontandoci con i nostri soci. Avremo sempre più un ruolo manageriale, per questo stiamo anche investendo nella formazione di nuovi manager". Non solo investimenti nel personale, ma anche ampliamento della produzione sono fra gli obiettivi futuri. "Vorrei che questa operazione fosse letta come un’opportunità per tutto il distretto. È una conferma della capacità dei pratesi, delle nostre qualità di cui talvolta ci dimentichiamo il valore". E’ proprio con l’idea di sostenere il sistema, che i soci di Giolica hanno recentemente dato vita a una holding dal nome programmatico, Sviluppo Prato. "La mission è esplicita: diventare un aggregatore di eccellenze pratesi e dare nuova linfa a imprese medio-piccole dalle alte potenzialità".

Silvia Bini