"Il ballo? Si pensi ai drammi nelle scuole"

Rita Pieri: "Da covid e dad enormi danni per i ragazzi. Il ministro di questo dovrebbe occuparsi, a partire dall’obbligo di mascherine"

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di Anna Beltrame

"Il covid, la dad, le mascherine hanno creato danni immensi sui nostri bambini e i nostri ragazzi, la scuola ha problemi enormi che la pandemia ha ulteriormente aggravato e si continua a ragionare del ballo del Cicognini? Lo fa il ministro, lo fanno autorevoli esponenti del Pd, lo fanno i giornali a livello nazionale: ma come si fa? Come si fa a non parlare di problemi più seri?". Rita Pieri, dirigente scolastica, ex assessore alla scuola e responsabile nazionale cultura di Azzurro Donna è un fiume in piena. "Spero che questa storia sia finita, io non riesco più a tacere".

Andiamo per ordine. Il ballo.

"Premessa necessaria, altrimenti mi accusano di omofobia. Ci mancherebbe altro che si vietasse ai ragazzi di voler bene a chi loro pare. In questo mondo di pensiero unico, schiacciato su divisioni semplicistiche e manichee che non corrispondono alla complessità delle situazioni reali, bisogna mettere le mani avanti. Un po’ come sui vaccini: guardate che le mie dosi le ho fatte. Altrimenti non puoi permetterti neppure di sollevare qualche dubbio sul fatto che non siano miracolosi come il mainstream ci ha fatto credere per mesi".

Torniamo al Cicognini.

"I temi sono collegati. E’ andato in scena lo stesso canovaccio: grancassa mediatica e politicamente corretta, e guai a dire cose fuori dal coro".

La sua voce?

"Facciano come vogliono, ballino come loro pare. Il ballo delle debuttanti sinceramente non è all’ordine del giorno delle mie priorità: ogni giorno vedo invece i problemi dei ragazzi. Di questo voglio parlare. A cominciare dalle mascherine, semplicissimo esempio".

Ancora obbligatorie in classe.

"Appunto. Perfino alla materna per i piccoli che hanno compiuto sei anni. Un bambino mascherato e gli altri no, non succedeva neanche ai tempi della variante delta, quando le persone morivano davvero di covid. E io la delta l’ho avuta e so cosa vuol dire. Invece di scaldarsi sul ballo, il ministro Bianchi perché non è intervenuto su questa assurdità? Ma vado oltre. I figlioli ormai portano la maschera solo a scuola, che senso ha? Ci sono disturbi di attenzione gravissimi, problemi nei rapporti con gli altri, difficoltà di apprendimento incredibili, la dad è stata una tragedia: perché obbligarli ancora a questo supplizio?".

Perché succede secondo lei?

"Perché il tuo potere ha orgine nella mia paura, scriveva Seneca a Nerone. Si stanno creando le condizioni per una generazione impaurita, non più abituata a vivere, a condividere emozioni, sentimenti, difficoltà. I telefonini e i social diventano i miseri surrogati dei rapporti sociali. Poi ci si stupisce del bullismo, delle solitudini infinite, del disagio profondissimo dei nostri ragazzi, di cui anche la Nazione ha scritto nei giorni scorsi. Voglio sperare che non sia il risultato di un disegno, ma solo dell’incapacità di guardare in faccia la realtà, di adeguarsi alla banalità del male che si sta facendo, senza la consapevolezza che invece sarebbe necessaria".

La mascherina un simbolo?

"Certo. Il più facile da comprendere e per questo forse anche da smascherare. Del resto, pure gli adulti la portano ancora da soli in macchina o quando fanno jogging, che è anche pericoloso".

Due anni fa, in pieno lockdown, lei prese posizione contro chi non voleva far uscire i bambini sotto casa per fare due passi.

"Certo che sì. E non ero l’unica. Quanto ci infamarono le anime belle del pensiero unico. Non lo dimenticherò mai, non dobbiamo dimenticare nemmeno i droni in spiaggia e i carabinieri in chiesa. In questi due anni sono stati fatti danni enormi non solo ai ragazzi, a tutti. Alla libertà, al pensiero critico. Sono molto preoccupata per il futuro. Ci vorrebbe un piano Marshall per la scuola e la cultura, strumenti indispensabili per risollevarsi da queste macerie. Altro che ragionare di un ballo di provincia".

Cosa farebbe lei, se avesse il potere di farlo?

"I problemi sono enormi, le soluzioni inevitabilmente complesse. Di sicuro investirei tante risorse sulla scuola e sulla cultura, sugli aiuti alle famiglie, invece a quanto pare adesso i soldi servono per le armi... Qui c’è da ricostruire un tessuto sociale. Possibile che i pensatori politicamente corretti non la vedano questa realtà? Il re è nudo".

E’ pessimista?

"No, sono arrabbiata e come sempre battagliera. E a proposito di battaglie, sulla storia del ballo ho letto un post dell’assessore alla cultura Mangani che mi ha sconvolto. Dopo che gli studenti del Cicognini hanno bocciato nel sondaggio on line l’apertura alle coppie omosessuali, ha scritto che non è democratico votare su tutto. Ma chi lo decide cos’è democratico, il Pd? Ha concluso che la festa dovrebbe aprirsi anche a quel giapponese che si è sposato con un ologramma. Una battuta, immagino, ma del tutto infelice".

Per quale motivo?

"Ho letto che in Giappone la società che crea ologrammi di quel genere ha già emesso 3.700 certificati di matrimoni, chiesti da persone che sublimano rapporti d’amore con qualcosa che non esiste. Allora, sarò anche all’antica, ma storie e numeri di questo genere mi inquietano profondamente".

Perché?

"Si vive e si cresce condividendo con gli altri gioie e dolori, la diversità di opinioni. Si vive meglio se con gli altri si condividono la bellezza e il calore di un abbraccio, se si è capaci di compassione. Amare un ologramma è un altro drammatico passo in quel mondo virtuale verso il quale si stanno spingendo i nostri ragazzi, le persone. Togliamo le maschere anche alle frasi senza senso, ologrammi di pensiero".