"Il 2023 sarà molto incerto, alle imprese adesso serve concretezza"

Indagine dell’associazione sulle aspettative degli artigiani per il nuovo anno. Bettazzi: "Bisogna correre"

E’ un quadro di incertezza e preoccupazione quello che emerge nel mondo produttivo artigianale da una indagine realizzata da Cna su scala nazionale, un’indagine che secondo l’associazione rispecchia anche la situazione locale del distretto. Il campione preso a riferimento è quello di mille imprese, chiamate ad esprimersi su caro energia, inflazione e rischio recessione. Le previsioni per il 2023 sono a tinte fosche. Oltre 130 imprenditori prevedono una recessione quest’anno, mentre 600 artigiani non riescono a decifrare quello che potrà accadere a livello economico, non avendo quindi sensazioni positive su una reale ripresa del lavoro. Di fronte a queste incertezze 400 imprenditori annunciano una riduzione degli investimenti, mentre il 33% addirittura già prevede un calo del fatturato. Migliore invece il quadro occupazionale: oltre 650 artigiani parlano di stabilità nelle piante organiche, 120 annunciano assunzioni e 200 prevedono dei tagli.

"L’attesa sforbiciata agli investimenti rappresenta un campanello d’allarme per la competitività del tessuto delle imprese – commenta il presidente di Cna Toscana Centro, Claudio Bettazzi –. Al contempo, per le istituzioni è un motivo in più per accelerare la messa a terra degli investimenti previsti dal Pnrr e un segnale di spinta a consolidare e potenziare gli incentivi mirati a innovare e rafforzare il patrimonio produttivo. I fattori di rischio per l’economia rimangono gli stessi. Secondo il 65,5% delle imprese il caro-energia rappresenta la principale minaccia alla crescita. E oltre alle bollette c’è forte preoccupazione sul prezzo dei carburanti. Subito dopo vengono le spinte inflazionistiche per il 47,7% degli intervistati, mentre il 41,8% indica timori per la mancata attuazione degli investimenti del Pnrr. Senza tralasciare il 39,7% di imprenditori che sono preoccupati dal venir meno delle politiche di sostegno all’economia. Dalle risposte delle imprese non emergono timori legati a una eventuale recrudescenza della pandemia ma ben una su tre lamenta difficoltà nel reperimento di personale specializzato". La richiesta avanzata da Cna Toscana Centro alle istituzioni per il 2023 è "concretezza". "Penso alla destinazione dei 10 milioni del Mise ottenuti dal Comune – conclude Bettazzi – e alla realizzazione dell’hub del riciclo tessile. Gli enti locali, e la Regione in testa, sono chiamati a costruire un contesto di ripartenza per il 2023".