Giornalisti, il messaggio del vescovo: "Ascoltate chi ci è accanto"

Nerbini, da settembre alla guida di Prato, ha incontrato i rappresentanti della stampa

Il vescovo Nerbini con i giornalisti pratesi

Il vescovo Nerbini con i giornalisti pratesi

Prato, 25 gennaio 2020 -  “La città deve ritrovarsi per pensare insieme e riprogettarsi, in modo da affrontare le grandi sfide di oggi”. È uno dei pensieri che il vescovo Giovanni Nerbini ha offerto ai giornalisti e agli operatori della comunicazione incontrati oggi nella sede del Seminario di Prato in occasione dell’annuale festa del patrono dei giornalisti San Francesco di Sales. Nel dialogo con Nerbini, promosso e moderato da Gianni Rossi, direttore dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, e Sara Bessi, presidente di Ucsi Toscana, il vescovo ha esposto riflessioni sul presente e sul futuro di Prato, città che sta conoscendo sempre più approfonditamente. “Ho capito subito che ai pratesi il verbo che piace tanto è ‘fare’, voi sapete bene cosa vuol dire rimboccarsi le maniche per ripartire. Non posso che compiacermi di questo, ma riuscite a farlo insieme? Magari fermandosi prima a pensare a come agire?”, ha domandato Nerbini.

Tra le varie sfide che la città, dove un cittadino su cinque è straniero, e la Chiesa sono chiamate ad affrontare ci sono l’immigrazione e l'integrazione. “Quando dico che tutti dobbiamo essere coinvolti nel ripensare e nel riprogettare penso anche alla necessaria collaborazione delle comunità straniere”, ha affermato il vescovo. Coinvolgimento che deve essere fatto sul versante del “lavoro buono”, perché “non è tollerabile che a Prato ci possano essere persone che lavorano dodici ore al giorno con paghe da fame”, ha aggiunto.

Infine un invito: “ritrovare la capacità di ascolto, perché in un mondo dove le notizie e le comunicazioni corrono e servono gli strumenti adatti per capire la complessità della storia occorre innanzitutto tornare ad ascoltare, a cominciare da chi ci sta accanto”, ha concluso il vescovo Nerbini.