Gegè lascia Prato: 65 operai senza lavoro

L’azienda di Italpizza ha deciso di rinunciare alla produzione qui dopo il mancato accordo fra curatele fallimentari. "Impossibile continuare"

Un'operaia al lavoro in un'azienda alimentare (ImagoE)

Un'operaia al lavoro in un'azienda alimentare (ImagoE)

Prato, 5 febbraio 2023 - Alla fine, tra due curatele fallimentari e un colosso della pizza, il boccone più amaro è toccato ai lavoratori. In 65 tra pochi giorni non avranno più uno stipendio, a meno di non accettare un posto a Modena, Mantova o Pavia. E’ la triste conclusione del caso Gegè, l’azienda produttrice di pizze appartenente ad Italpizza che si era insediata a Prato rilevando l’attività prima di Compagnia Italiana Alimentari e poi di Nuova Food Italia. Alla fine del 2022, con la revoca del contratto d’affitto da parte della curatela di Nuova Food Italia, definita "inaspettata" da Gegè, c’era stata la prima crisi, salvo poi entrare in una fase intermedia con la produzione garantita, un nuovo accordo promesso entro la primavera e la speranza per i lavoratori di conservare il posto. Adesso il nuovo colpo di scena. Gegè lascia perché i tempi per un accordo fra le curatele che autorizzi la continuità aziendale a Prato sono troppo lunghi e nel frattempo, con 35 lavoratori interinali non rinnovati, la necessità di dover fare lavori per la sicurezza e soprattutto l’impossibilità di gestire come proprio un sito produttivo che non lo è più, restare a Prato è diventato diseconomico. Questa, almeno, la versione della società.

"Gegé, solo per senso di responsabilità, in questi mesi ha continuato a tenere attivo il sito produttivo, con l’impegno di definire fo rmalmente la situazione entro il 31 dicembre 2022 – afferma Andrea Bondioli, direttore generale di Italpizza e amministratore unico di Gegé – Purtroppo ad oggi non si è riusciti a formalizzare un accordo ed il tempo inutilmente intercorso ha irrimediabilmente compromesso, fino a renderla impossibile e controproducente, la disponibilità di Gegé a proseguire nella gestione dell’azienda. Noi ci abbiamo messo tutto l’impegno possibile, però non ci sono più le condizioni per proseguire in uno stato di tale incertezza. C’è anche il rischio oggettivo di perdere da un momento all’altro le figure chiave necessarie a garantire la continuità produttiva, impossibili da rimpiazzare. Non essendoci più le condizioni per garantire i nostri livelli di sicurezza e qualità, siamo stati costretti così a fermare gli impianti produttivi". La decisione sarà effettiva dal 12 febbraio. L’azienda si è detta disponibile, con una nota, ad assumere anche a tempo indeterminato una cinquantina dei 65 operai che resteranno senza lavoro, ma nei siti di Modena, Pavia o Mantova.

Come si è arrivati alla chiusura? La Compagnia Italiana Alimentare nel 2019 attivò una procedura concorsuale cedendo in affitto il ramo d’azienda alla Nuova Food Italia, a sua volta poi entrata in crisi. Da giugno 2022, in accordo con la precedente procedura, Nuova Food Italia cedette in affitto per due anni il ramo d’azienda a Gegé del gruppo Italpizza. Ad agosto 2022 Nuova Food Italia venne dichiarata fallita e il 22 novembre scorso il curatore fallimentare, ricorda Gegè, "comunicò lo scioglimento del contratto intimando la restituzione dell’azienda entro il 15 dicembre". Per cercare di salvare sito e operai, la procedura Cia chiese poi a Gegé di proseguire altri 3-4 mesi. Richiesta accettata a patto "che fosse formalizzata da parte delle due procedure una autorizzazione", chiarisce l’azienda. Autorizzazione mai arrivata.