Furti, ormai è un'emergenza. "Hanno rubato anche i vestiti del mio bambino"

Casa svaligiata mentre la famiglia era a cena. Tutto a soqquadro

Giampaolo Filidoro 47 anni, vittima del furto

Giampaolo Filidoro 47 anni, vittima del furto

Prato, 14 luglio 2018 - "Esci a cena una sera d’estate con la tua famiglia e quando torni trovi la tua casa svaligiata. E’ successo a me e mi ha fatto molto male. Non tanto per i beni rubati, tra cui anche i vestiti di mio figlio che ha due anni, ma perché mi hanno portato via la libertà".

Giampaolo Filidoro, 47 anni, consulente aziendale (lavora per il gruppo Abaco e Ngt Consulting, ndr) ha appena sporto denuncia alla polizia per l’accaduto la notte di giovedì scorso, un furto nel proprio appartamento, l’ennesimo di quest’estate sul territorio di Prato: «Ero uscito con mia moglie, il mio bambino, il mio amico fraterno e la sua compagna per una piacevolissima serata, poi sono rientrato a casa con mio figlio in braccio che dormiva e ho scoperto il finimondo. Tutto sottosopra. Il bimbo d’improvviso si è svegliato e ha iniziato a chiedere e io non sapevo che rispondere». I coniugi Filidoro, che risiedono a Mezzana in via del Cittadino, vicino al comando dei carabinieri, hanno trovato porte e finestre aperte, cassetti svuotati, tutti i vestiti sul letto, le borse da lavoro nel corridoio con i documenti di ogni giorno sparsi ovunque. «Mi sono sentito impotente, per la prima volta insicuro e senza parole, incapace di reagire. Cosa dici ad un bimbo di due anni? Cosa fai per rasserenare tua moglie?» aggiunge il consulente.

«Purtroppo – aggiunge – non ci hanno rubato solo i due pc che a me e a mia moglie servono per lavorare, le borse di marca, le t-shirt, i braccialetti e l’orologio di mio padre, ci hanno rubato la serenità, la gioia di rincasare dopo una bella cena. Ci abbiamo messo più di tre ore per rimettere un minimo e due ore per riadddormentare il piccoletto. Rivoglio la mia libertà, la mia tranquillità, la mia sicurezza. Ripeto: capisco i computer, i gioielli, le borse, ma cosa se ne fanno delle magliette del mio bambino?».

Una cosa Filidoro rivorrebbe più delle altre, ma sa che sarà impossibile: «Sì, più di tutto voglio le t-shirt che avevamo comprato insieme con tanta gioia a mio figlio, perché quelle magliette gli regalavano il sorriso, ci facevano uscire di casa mano nella mano con lo stesso abbigliamento; babbo e figlio uguali, con magliette identiche e la mamma dietro che ci prendeva in giro. Ecco questa è per me la libertà, camminare con mio figlio e ridere. Una famiglia e la gioia di rientrare in casa e di posare nell’armadio i propri sorrisi uniti da una maglietta. Ora quell’armadio è vuoto. Ho paura ma non posso dirlo, devo indossare con più forza di prima la mia corazza da marito e padre, per tornare a sorridere e a riprendere la mia libertà». Si cercano testimoni, chiunque abbia visto qualcosa o qualcuno di sospetto in via del Cittadino, giovedì sera tra le 21 e le 24, può farsi avanti.