Sesso con l'alunno, la mamma del ragazzino in aula. "Così mio figlio ha confessato tutto"

Secondo udienza del processo che vede alla sbarra l’operatrice sanitaria che gli impartiva lezioni private Le due donne si incrociano in aula, ma non si parlano. E durante la testimonianza arrivano anche le lacrime

Scandalo di Prato, gli avvocati della donna

Scandalo di Prato, gli avvocati della donna

Prato, 29 ottobre 2019 - Due ore di testimonianza sofferta, pesante, interrotta da un pianto di dolore e forse liberatorio con il quale affidare alla giustizia il peso della ricostruzione della storia che ha cambiato la vita della sua famiglia e di suo figlio, diventato padre a soli 14 anni. E’ stata una giornata campale per il processo all’operatrice socio sanitaria di 32 anni accusata di atti sessuali e violenza sessuale per induzione sul ragazzo minorenne, a cui dava ripetizioni e dal quale ha avuto un figlio. Ieri mattina nell’aula Galli Alessandrini è la stata la madre del baby-padre ad essere ascoltata nella seconda udienza del processo, svolta a porte chiuse. La donna ha ripercorso le tappe della vicenda, dal momento in cui si è accorta che qualcosa non andava in quel figlio, oggi quindicenn e, sempre più introverso. Sono stati i familiari del ragazzo, e in particolare la mamma, dopo avere capire che c’erano problemi, a insistere col figlio affinché si aprisse. E il ragazzo alla fine ha raccontato quello che lo turbava, grazie anche all’aiuto dell’insegnante della palestra dove le due famiglie, quella della oss e quella del baby-padre, si sono conoscosciute intessendo un rapporto di amicizia. Il ragazzo ha così confessato di avere avuto una relazione con la sua insegnante, ha parlato dei rapporti sessuali e del fatto che la donna gli aveva riferito che proprio lui fosse il padre del bambino nato pochi mesi prima. La donna, assistita dall’avvocato Roberta Roviello, ha ricostruito la storia, confermando il contenuto della denuncia dalla quale è partita l’indagine della Squadra mobile.

L’udienza è stata seguita dalla 32enne imputata e dal marito, accusato di alterazione di stato civile per aver riconosciuto un figlio che, secondo l’accusa, sapeva non essere suo. Due famiglie che erano amiche, due famiglie che si conoscevano bene perché i figli frequentevano la stessa palestra. E tanto amiche che il tredicenne era stato affidato all’operatrice socio sanitaria per impartirgli ripetizioni d’inglese. «E’ stata una udienza positiva - commenta l’avvocato Roviello all’uscita dal tribunale - E’ stato tutto chiarito, questi sono genitori forti. La mia assistita ha ripercorso le tappe della vicenda. Il racconto è stato fluido. Non c’è stata alcuna tensione in aula». Oltre alla madre, come ultimo test è stato ascoltato anche il padre dell’adolescente. Prima di lui hanno reso testimonianza la titolare della palestra e l’istruttrice, che hanno svolto un ruolo determinante affinchè il ragazzo si aprisse su quanto accaduto con l’insegnante di ripetizione. Le tre testimonianze sono state ascoltate nell’arco di un paio di ore, al termine delle quali il collegio dei giudici presieduto da Daniela Migliorati ha aggiornato alle prossime sedute fissate per novembre. «E’ stata un’udienza impegnativa e importante», spiegano Mattia Alfano e Massimo Nistri, i legali della 32enne che si trova ai domiciliari da marzo scorso. «Abbiamo appreso circostanze utili per la nostra assistita. Non è una guerra fra famiglie, ma un dramma che coinvolge più persone». I pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli puntano a concludere il processo nelle prossime udienze. © RIPRODUZIONE RISERVATA