Figlio dall'ex all'allievo. Stop agli arresti? Un altro «no»

Figlio dall’allievo: per il tribunale la mamma resta ai domiciliari. Lunedì 1° luglio saranno di nuovo in aula

Marito e moglie escono insieme dal tribunale di Prato(Foto archivio Attalmi)

Marito e moglie escono insieme dal tribunale di Prato(Foto archivio Attalmi)

Prato, 30 giugno 2019 - UN ALTRO «no» alla scarcerazione. Questa volta a bocciare la richiesta della operatrice socio sanitaria di 31 anni, accusata di violenza sessuale sull’ex allievo minorenne (da cui ha avuto un figlio), è stato il collegio dei giudici di Prato presieduto da Francesco Gratteri. I legali della donna, Mattia Alfano e Massimo Nistri, avevano depositato la richiesta di scarcerazione (la donna è ai domiciliari dal 27 marzo scorso) durante l’udienza preliminare allegando una relazione dello psicoterapeuta da cui è in cura l’imputata. Una relazione nella quale il medico certificava l’inizio della terapia definendo, comunque, la donna come una paziente con «tendenza a costruire un vissuto alternativo». Niente da fare per i giudici pratesi: quella relazione non basta a poterle concederle un misura alternativa.

Durante l’udienza preliminare i legali avevano chiesto il rito abbreviato per la oss e il marito, accusato di alterazione di stato civile per aver riconosciuto un figlio che sapeva non essere suo, ma il gup Francesco Pallini non lo ha potuto concedere per la mancanza di un documento fondamentale, ossia la procura speciale che gli imputati devono firmare ai propri legali. I due saranno processati con rito ordinario rinunciando così allo sconto di un terzo della pena. Il processo comincerà domani mattina. Nel frattempo la richiesta di scarcerazione è passata, per competenza, dal gup al tribunale, ma il collegio (Gratteri, Cataudella e Chesi) ha respinto l’istanza dopo che la procura aveva dato parere contrario. Il tribunale ha accolto la tesi dei pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli secondo cui il percorso terapeutico, cominciato a maggio, non può avere già prodotto risultati apprezzabili. Inoltre, sempre secondo la procura, la donna, durante il percorso processuale, non ha mai mostrato segni di pentimento continuando a negare le proprie responsabilità. In sostanza, per l’accusa e per il collegio dei giudici, il quadro al momento non sarebbe cambiato rispetto alle valutazioni del tribunale del Riesame che già aveva rigettato la richiesta di scarcerazione. Le motivazioni del Riesame, fra l’altro, sono piuttosto pesanti: «Manipolatrice, incapace di autocritica e autocontrollo». E ancora: «Una predilezione a mistificare la realtà nelle situazioni interpersonali», avevano scritto i giudici.

L’imputata affronterà, dunque, il processo da detenuta. Sempre durante l’udienza preliminare, i legali hanno depositato un’altra perizia che mette in dubbio l’attendibilità del ragazzino, oggi quindicenne, sentito in sede di incidente probatorio. Documenti che saranno esibiti durante il processo. Marito e moglie, che hanno un figlio di 11 anni oltre al bambino nato dalla relazione con il minorenne, domani lunedì 1 luglio saranno di nuovo in aula insieme. A metà giugno i due si erano presentati in tribunale sfilando in mezzo a telecamere e giornalisti e dimostrando affiatamento. Solo il marito aveva rilasciato qualche dichiarazione sostenendo di amare ancora la moglie e di sentire come suo il bambino nato nell’agosto di un anno fa. I due sono accusati di reati gravi che prevedono pene severe (da 5 a 10 anni) non potendo più beneficiare dello sconto di un terzo della pena come previsto dal rito abbreviato.

Laura Natoli