Figlio dall'allievo, la madre dell'adolescente in lacrime: "Gli ha rovinato la vita"

La madre del giovane: "Soddisfatta della sentenza. So che c'è di mezzo una vita innocente, ma mio figlio per ora non ne vuole sapere". La donna condannata: "La verità è un'altra, vedrete"

I due imputati fuori dal tribunale con i loro avvocati (foto Attalmi)

I due imputati fuori dal tribunale con i loro avvocati (foto Attalmi)

Prato, 1 giugno 2020 - Dopo la lettura della sentenza di primo grado, con la condanna a sei anni e mezzo per la donna e a un anno e 8 mesi del marito, è il momento dei commenti. Lei, 32 anni, accusata e condannata per violenza sessuale su minore, ha avuto un figlio dal ragazzino - oggi sedicenne - al quale dava ripetizioni. Condanna peraltro senza sconti di pena, come quello di un terzo che sarebbe scattato invece in caso di rito abbreviato, che non è stato celebrato perché il giudice a suo tempo accolse un'istanza della parte civile relativa alla mancanza di una procura speciale.

La prima a parlare è la madre del sedicenne, il concupito: è la prima volta da quando è scoppiato lo scandalo che la donna prende la parola pubblicamente. Ha taciuto fino alla sentenza, ma oggi ha deciso di affrontare i taccuini dei cronisti, accompagnata dall'avvocato Roberta Roviello. "Sono soddisfatta per la sentenza - ha detto - La verità è venuta a galla. Quella donna ha rovinato mio figlio, l'ha abusato per oltre un anno e mezzo e gli ha rovinato la vita". A questo punto è scoppata a piangere: "So che nel mezzo c'è una vita innocente che non meritava tutto questo, ma mio figlio per ora non ne vuole sapere, sta seguendo un percorso psicologico. Lo so che sono nonna ma del resto devo pensare al bene di mio figlio".

Poi i due condannati sono usciti con i loro avvocati, Mattia Alfano e Massimo Nistri. La 32enne ha detto: "La verità è un'alra, vedrete" e in questo momento "mi interessa solo tornare a casa dai miei figli e non me la sento di dire altro".

"Senza i continui rinvii, senza essere continuamente ascoltata, lontana da una continua rivisitazione dei fatti che non rende sereno il clima familiare, la nostra assistita è finalmente tranquilla" ribadisce all'Adnkronos l'avvocato Massimo Nistri, legale insieme al collega Mattia Alfano della donna. "Il compito di questa difesa era quello di reagire e portar fuori dalle vicende processuali la velata accusa di pedofilia, la reiterazione e il sospetto adescamento di altri minori - aggiunge l'avvocato - Siamo comunque soddisfatti per aver ricondotto sul giusto alveo tutta la vicenda e non avere una persona che patisce provvedimenti basati su accuse poi risultate prive di fondamento". La donna, infatti oggi è libera, i domiciliari le sono stati revocati a fine febbraio e ora è in attesa del passaggio in giudicato della sentenza per la quale ci vorranno anni. "La pena che è stata commisurata ai fatti così come interpretati non comporta, d'altronde, la misura cautelare - ribadiscono i due legali - Non siamo di fronte a un corpo insanguinato, a un coltello trovato sulla scena del crimine per cui il fatto o è nero o è bianco. E' una vicenda fattuale molto complessa nella dinamica dei rapporti interpersonali. Partivamo da una situazione in cui la realtà processuale era diversa dalla realtà fattuale venuta fuori, ora aspettiamo le motivazioni".