Fondazione intitolata all’omicida. La famiglia Zini non torna indietro

Il padre replica alle accuse. 'Vogliamo aiutare chi è in difficoltà'

Elisa Amato in un'immagine felice con Federico Zini

Elisa Amato in un'immagine felice con Federico Zini

Prato, 7 settembre 2018 - «La fondazione intitolata a Federico si farà». Lo ribadisce in una lettera inviata alla stampa Maurizio Zini, il padre del ragazzo che lo scorso 26 maggio durante un raptus di gelosia ha ucciso l’ex fidanzata Elisa Amato, per poi togliersi a sua volta la vita. Il genitore interviene dopo la decisione del consiglio comunale di Prato di opporsi alla costituzione di una fondazione a nome di Zini. «Viene da più parti definita un’associazione contro la violenza sulle donne – dice Zini – ma queste non sono le reali finalità della fondazione. Intanto voglio chiarire che l’iter è partito il 26 marzo 2017, quindi un anno prima rispetto al tragico evento. E comunque l’intenzione è quella di portare avanti le attività sociali e benefiche che Federico, assieme al fratello, realizzava verso minori colpiti da gravi patologie cliniche o in stato di debolezza a causa di emarginazione sociale, adescamento sul web o cyberbullismo». La famiglia Zini quindi non intende fare affatto un passo indietro, nonostante le polemiche che si sono scatenate all’interno delle istituzioni, ma anche sul web con il lancio di una raccolta firme on line e una petizione cartacea diffusa in tutta Italia.

«E’ sicuramente nostra ferma intenzione difendere gli obiettivi che la fondazione ha perseguito e che intende perseguire – ribadisce Zini – Il nostro obiettivo non è certo suscitare sterili polemiche, né come è stato detto ‘mancare totalmente di rispetto a qualcuno’. Piuttosto vogliamo portare il sorriso a chi, nella propria vita, ne ha ancora bisogno». Zini dopo avere difeso la decisione di costituire una fondazione, va all’attacco della scelta della famiglia Amato di pubblicare sulla stampa la lettera di diffida inviata per chiedere di «non postare più su Facebook frasi offensive nei confronti di Elisa». E ritorna anche sulla relazione che c’era fra il figlio e l’ex fidanzata. «Siamo stati accusati di non esserci resi conto di avvisaglie conclamate che avrebbero permesso di evitare tutto questo – dice – Che la vittima avrebbe chiamato tante volte la madre di Federico e che lei avrebbe minimizzato. Per quello che sappiamo noi, i ragazzi si sono frequentati sino al mese di maggio 2018 e non si erano affatto lasciati da un anno. Viaggi, cene e progetti facevano parte della loro vita, come di quella di tanti altri ragazzi della loro età e di tanti amici che li frequentavano».

Sulla vicenda arriva anche l’intervento della Lega. «Troviamo inconcepibile che una fondazione possa essere intitolata a chi uccide per una visione sbagliata di possesso ed amore - affermano Patrizia Ovattoni ed Elena Vizzotto – Noi non siamo contrari all’istituzione dell’associazione ma al fatto che venga intitolata all’autore di un femminicidio. E’ assurdo e totalmente inammissibile».