Fedeli, il poeta ucciso: la riscoperta

Nel libro di Ravenni la storia di un uomo speciale. I segreti in una scatola donata al Comune e un giallo irrisolto

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di Claudia Iozzelli

Un gioco di scatole cinesi, in un giallo che potrebbe essere un best seller dell’estate del 2022 e che fu il giallo che appassionò l’estate di tutti gli abitanti dell’alta Valle – e oltre - più di 120 anni fa: la morte di Vittorio Ugo Fedeli, la sua vita e i suoi luoghi tornano oggi in un’opera che raccoglie anni di ricerche e trascrizioni che porta la firma della Biblioteca Popolare Petrarca, impegnata nel "Progetto Fedeli", un’operazione complessa che servirà a ricostruire la traccia di una figura che per Vernio e per la sua storia fu importantissima. E se la Biblioteca è il mandante – e la squadra che ha contribuito agli approfondimenti - l’autore materiale del libro, "L’assassinio di Vittorio Ugo Fedeli. Testimonianze e misteri di un delitto dell’Ottocento", è il fiorentino – pratese d’adozione – Gianfranco Ravenni, che ha già lavorato, in passato, a ricerche e pubblicazioni di carattere storico. Lo stesso Ravenni, introdotto dal sindaco di Vernio, Giovanni Morganti, e dal presidente della Biblioteca Petrarca, Giovanni Pini, ha presentato il volume fresco di stampa in un’anteprima verniotta che precede di qualche mese la presentazione ufficiale (che avverrà a Prato il prossimo autunno) in una sede suggestiva e legata alle vicende narrate, la Rocca di Vernio appartenuta ad uno dei protagonisti della parte finale del libro e messa a disposizione per l’occasione dal conte Franco Santellocco che ne è l’attuale proprietario.

"Passo l’estate a Gavigno – ha detto Ravenni – e da sempre sono rimasto incuriosito dal tabernacolo che riporta la memoria del delitto di Fedeli. E’ stato questo che ha mosso le prime ricerche, che grazie a Giovanni Pini e alla Biblioteca Petrarca sono state una sorpresa dietro l’altra". Eccole le scatole cinesi di cui parlavamo all’inizio: una serie di misteri in quella che appare ancor oggi una vicenda oscura, un colpo di scena dietro l’altro, nella vita reale e nello stesso susseguirsi delle pagine del libro. La scatola – o meglio, la cassetta – che porta una svolta in quella che sembrava una pagina chiusa della storia, quella consegnata dagli eredi Fedeli al Comune di Vernio, piena di tomi e documenti, custodita e analizzata dai ricercatori della Petrarca. Un triplo colpo di scena, quindi, recente: il rintracciamento della famiglia, la constatazione dell’esistenza di tanto materiale a disposizione per approfondire la figura di Fedeli e soprattutto il rinvenimento, nella cassetta, delle memorie della vedova, che portano nuova luce sul delitto e aprono a nuove ipotesi sul mandante dell’omicidio.

Ma chi era Vittorio Ugo Fedeli? In molti lo conoscono per aver letto il suo nome sotto la piccola edicola costruita dove fu ucciso, a soli 36 anni, al Tabernacolo di Gavigno: crocevia adesso di sentieri percorsi da escursionisti, fu il luogo dove avvenne l’agguato, nel 1880, nel giorno dedicato a San Lorenzo, il 10 agosto, per fatale coincidenza stessa data e stessa modalità che qualche anno prima aveva portato via il padre di Giovanni Pascoli. E con Pascoli e la sua poesia e con altri autori a lui contemporanei, chi sta studiando Fedeli, ritrova collegamenti nei versi che il personaggio verniotto, nella sua carriera letteraria breve ma intensa, ci ha lasciato e che in parte sono stati pubblicati dalla Biblioteca Petrarca. "Avrebbe potuto essere un Carducci", scrive l’amico e biografo don Luciano Milani, i cui scritti, a qualche mese di distanza dalla morte del Fedeli, rappresentano i pochi indizi rimasti per ricostruire la vita e la memoria del segretario comunale che ufficialmente venne ucciso per vendetta da due uomini di Cavarzano nel suo viaggio di lavoro fra Vernio e Fossato. Lo stesso Milani lo descrive come un letterato eccezionale e un prodigio nell’imparare da giovanissimo ben sette lingue.

Un personaggio affascinante ed eclettico, quello che viene fuori dalla lettura, amante di libertà e giustizia: avvocato, notaio, segretario comunale factotum nel municipio di Vernio, autore di poesie ma anche di documenti che ricostruiscono la storia del paese. Il libro lo inserisce in un contesto, poi, la cui ricostruzione, di per sé, vale la lettura: le testimonianze ritrovate parlano della vita in alta Val Bisenzio alla fine dell’Ottocento, dei mestieri, delle famiglie, dei luoghi protagonisti della vicenda e legati da quella: San Quirico, Gavigno, Fossato. Paesi che potrebbero tornare ad essere uniti nel fil rouge del delitto Fedeli: la proposta del presidente della Petrarca, Pini, di ripercorrere i passi di vittima e assassino, potrebbe diventare una camminata del gruppo "Passeggiate tra Storia e Natura".