Incidenti falsi. Come i referti medici Nei guai l’avvocato dei risarcimenti

Falso e truffa alle assicurazioni: legale pratese interdetto per un anno

Numerosi i casi di incidenti stradali inesistenti oppure arricchiti con referti medici falsi o gonfiati

Numerosi i casi di incidenti stradali inesistenti oppure arricchiti con referti medici falsi o gonfiati

Prato,  7 settembre 2018 - Arricchiva i sinistri stradali con referti medici falsi o gonfiati, in modo da ingigantire i risarcimenti e lucrare soldi a discapito delle compagnie assicurative. Con questa accusa, l’avvocato del foro di Prato, Filippo Bresci, 44 anni, è stato interdetto per un anno dalla professione. Con lui sono indagate altre 38 persone, ma le loro posizioni sono adesso al vaglio del pm titolare dell’inchiesta, Christine Von Borries: dagli accertamenti in corso, sembra infatti che molti non fossero a conoscenza delle alterazioni dei referti medici.

La procura di Firenze ha ricostruito 36 episodi di truffa all’assicuazione e falso, ‘figli’ di altrettanti incidenti stradali avvenuti sulle strade di Firenze, Prato e Pistoia. Ad accorgersi che qualcosa non andava nei referti medici è stato un investigatore privato ingaggiato dalla compagnia Unipol Sai: nutriva sospetti su almeno 14 di quei certificati medici poi messi in discussione anche dalla Procura, rilasciati da vari medici del pronto soccorso del Cto di Careggi. Gli agenti del commissariato di Rifredi hanno contattato i vari medici, che puntualmente hanno disconosciuto le loro firme sui documenti allegati alle richieste di risarcimento danni. In alcuni casi i medici citati nei referti non erano neppure in possesso di specializzazione in ortopedia. Ma c’era anche altro ad insospettire gli inquirenti: in ogni fascicolo figurava sempre lo stesso legale, l’avvocato pratese Bresci. La procura ha così contattato tutte le persone che risultavano avere beneficiato nel corso del tempo dei rimborsi o che figuravano come conducenti o trasportati negli incidenti. In alcuni casi, alcune persone avrebbero riferito di non trovarsi neppure a bordo: il sospetto è che quindi alcuni sinistri siano completamenti falsi.

Dagli interrogatori effettuati nel corso delle indagini è emerso che Bresci abbia accompagnato personalmente in banca a cambiare gli assegni delle assicurazioni i risarciti, trattenendo la sua parte in contanti, ma anche che qualche assistito gli abbia chiesto chiarimenti quando si sono visti convocare dalla polizia giudiziaria. «Hanno visto qualche foglio brutto che si vede mi era sfuggito... meno male che ho levato una chiavetta», dice Bresci a un collega di studio dopo una perquisizione avvenuta lo scorso 12 marzo.

Stefano Brogioni