Sintomi epatite nei bambini, caso Prato. Il pediatra: "Situazione aggravata in poche ore"

Pierluigi Vasarri, direttore di Pediatria a Prato: "Vediamo sei-sette epatiti l'anno, ma non come questa"

Prato, 22 aprile 2022 - "Qualche giorno prima di sviluppare la grave forma di epatite al momento di origine sconosciuta, il bambino di Prato era stato visto dai medici "per una forma respiratoria modesta. Era stato a casa per 3 giorni senza avere grossi problemi. Ma poi era rientrato qui in ospedale per la persistenza della febbre". A raccontarlo all'Adnkronos Salute è Pierluigi Vasarri, direttore della Struttura operativa complessa di Pediatria e Neonatologia del Nuovo ospedale di Prato, dove per primi si sono occupati del piccolo ora ricoverato al Bambino Gesù di Roma, dove si valuta il trapianto di fegato.

Il dottor Pier Luigi Vasarri (foto Gianni Attalmi)
Il dottor Pier Luigi Vasarri (foto Gianni Attalmi)

Il suo caso è sotto i riflettori perché si indaga su un'eventuale correlazione con il picco di epatiti misteriose che si sta registrando in diversi Paesi europei, con numeri particolarmente elevanti nel Regno Unito.

"Si è aggravato in poche ore"

Il piccolo, di origine straniera e residente a Prato, "si è aggravato nel giro di poche ore", ripercorre Vasarri. La forma di epatite sviluppata "appare più severa rispetto alle normali epatiti - osserva l'esperto - Noi ne vediamo 6-7 l'anno, o da virus A o da virus B, o anche da citomegalovirus, ma così seria", con un quadro che degenera "in così poco tempo, no".

"Casi in Europa, eravamo in allerta"

"Avendo sentito dei cluster di epatiti acute rilevati in Inghilterra, Spagna, Danimarca, Stati Uniti - prosegue lo specialista - eravamo sensibilizzati al problema e abbiamo fatto diversi esami, escludendo immediatamente tutte le cause di epatite più comuni che normalmente si verificano da batteri, virus e così via, compresa anche la ricerca del citomegalovirus e del virus della mononucleosi che però non hanno dato esito positivo. E abbiamo fatto anche la ricerca di questo adenovirus di sierotipo 41", rilevato in diversi casi segnalati a livello internazionale, "ma ancora non abbiamo questa risposta".

I sintomi

"Quando è arrivato in ospedale" la sera di martedì scorso, 19 aprile, "il bimbo aveva tosse e un quadro respiratorio. Il focus iniziale era quello. E' stato trattenuto perché le condizioni non erano brillanti, ma comunque non drammatiche - continua Vasarri - Poi dagli esami è venuto fuori che aveva dei livelli molto elevati di transaminasi, 30-40 volte i valori normali. E' stato ricontrollato subito l'esame" e sono state allargate le indagini. "Il quadro al mattino di mercoledì era discreto: il bambino non stava malissimo, aveva un po' di mal di pancia, poca voglia di mangiare. Mentre nelle ore successive, nell'arco di poche ore, la situazione clinica si è aggravata. Lui è diventato particolarmente sofferente, aveva mal di pancia forte e i valori degli esami si erano ulteriormente alterati, aveva un problema anche di coagulazione, cosa che normalmente avviene quando il fegato comincia a funzionare male".

Vari dati associati al quadro clinico rivelavano la presenza di un'insufficienza epatica. "Ci siamo subito consultati con il nostro centro di riferimento che è il Meyer di Firenze per un trasferimento", poi avvenuto nel primo pomeriggio di mercoledì 20 aprile, "e nel frattempo abbiamo fatto le terapie suggerite", proseguendo le indagini diagnostiche.

"Bisogna essere pronti a ogni tipo di evenienza - ragiona l'esperto - perché in rari casi in presenza di una situazione particolarmente compromessa è stato necessario un trapianto di fegato. L'allerta dell'Agenzia di sicurezza sanitaria del Regno Unito è legata al fatto che hanno visto diversi casi in poco tempo. Ancora però non ne sappiamo nulla. Probabilmente sono forme virali, ma i dati e le indagini sono ancora in fieri. Non sempre si riesce a identificare la causa. Come ho spiegato qualche forma di epatite noi qui la vediamo durante l'anno, in genere hanno valori alti di transaminasi, ma non così, non appaiono così eclatanti, con un quadro da insufficienza epatica così ingravescente" come quello mostrato dal piccolo di Prato.