Fanghi, l’emergenza spurghi provoca danni. 'Tariffe più alte senza una svolta'

Gli spurghisti lanciano l’allarme: ‘Alla fine pagheranno i cittadini’

E’ ormai da più di un mese che il settore versa in una vera e propria emergenza. Per ora soltanto alcune soluzioni parziali

E’ ormai da più di un mese che il settore versa in una vera e propria emergenza. Per ora soltanto alcune soluzioni parziali

Prato, 12 settembre 2018 - «Senza una soluzione definitiva al problema dello smaltimento dei fanghi che scaturiscono dal trattamento degli scarichi degli spurgo c’è il rischio concreto di un vero e proprio salasso nelle tariffe applicate ai condomini». E’ l’allarme lanciato dagli spurghisti pratesi dopo le ultime notizie poco positive sulla risoluzione dell’emergenza che va avanti ormai dai primi giorni di agosto. Nel tardo pomeriggio di lunedì si è tenuto l’incontro in Regione con l’assessore Fratoni a cui hanno partecipato il sindaco Biffoni e una delegazione degli spurghisti, ma un accordo ancora non è stato trovato. La Regione per il momento resta sulla propria posizione, cioè quella di escludere Gida dall’ordinanza che dà l’autorizzazione temporanea a mandare in discarica i fanghi prodotti dal trattamento degli scarichi degli spurghi. Concessione garantita solo ai sette gestori del servizio idrico integrato.

La Regione ha chiesto tempo per trovare una soluzione e fare analizzare le caratteristiche dei fanghi prodotti da Gida, ma nel frattempo il problema resta per gli spurghisti, ormai costretti a rivolgersi a depuratori fuori regione per smaltire gli scarichi delle fosse biologiche. Una situazione che inevitabilmente si sta ripercuotendo sulla clientela, che deve fare i conti con prezzi maggiorati. E a tal proposito per il 20 settembre è in programma un incontro a Gida a cui parteciperà anche l’associazione degli amministratori di condominio, per informare del rischio di un vero e proprio salasso nei prezzi. «Dovendo rivolgerci a strutture fuori regione – spiegano gli spurghisti – i costi lievitano e quindi di conseguenza finiscono per toccare anche le tasche dei pratesi. Di questo è bene che tutti siano consapevoli». L’altro allarme riguarda anche il rischio ambientale perché in assenza di depuratori aperti, c’è la possibilità che qualcuno getti gli scarichi nel sistema fognario. «La situazione è delicatissima – aggiungono gli spurghisti – Per questo la Regione deve assolutamente intervenire per risolvere questa emergenza».

Come detto all’incontro ha preso parte anche il sindaco Biffoni che ha ribadito a Fratoni la necessità di inserire anche Gida fra gli impianti a cui concedere la possibilità di mandare in discarica i fanghi prodotti. «Non dimentichiamo – dice il sindaco – che stiamo parlando dell’impianto di riferimento per Prato, Pistoia, Firenze città e per tutta la Piana. Escluderlo e complicarne il lavoro sarebbe un grave sbaglio». Intanto a Gida - in attesa di novità dalla Regione - si lavora per tornare a pieno regime. Il presidente Alessandro Brogi anche ieri ha ribadito che l’azienda sta gestendo da sola l’emergenza e che comunque per ottobre tornerà in piena attività anche senza l’aiuto della Regione. «Resta però il dato di fatto – conclude – che non può essere accettato il metodo secondo cui la Regione aiuta solo alcuni gestori e lascia fuori gli altri».