La nostra battaglia / Salviamo le edicole. Oltre 5mila firme

La campagna va avanti: continua la pioggia di adesioni in tutta la città

La petizione per salvare le edicole si può firmare anche  al punto vendita di Galcetello

La petizione per salvare le edicole si può firmare anche al punto vendita di Galcetello

I lettori e le amministrazioni comunali stanno seguendo con attenzione la nostra battaglia sulle edicole chiuse e sugli aiuti necessari per la sopravvivenza e il rilancio di quelle presenti sul territorio. Continuano ad arrivare tante segnalazioni dalla Toscana, dall’Umbria e dallo Spezzino. Tutti fermamente convinti che le edicole siano un presidio fondamentale, veri «presidi di vita». In tanti ci scrivono per indicare le zone dove non ci sono più edicole o dove stanno per chiudere. I lettori possono continuare ad inviare messaggi al numero whatsapp de La Nazione (331.6121321).

Prato, 20 settembre 2019 - Una petizione capace di infondere nuova fiducia negli edicolanti. Sono 5322 le firme raccolte a Prato per la nostra battaglia "Salviamo le edicole", che è iniziata il 14 agosto e che si concluderà il 30 settembre. L’obiettivo è noto: salvare le edicole cittadine e chiedere al Comune di intervenire con misure concrete per frenare l’ondata di chiusure che, a Prato come in tutta Italia, sta caratterizzando il settore.

Sono state coinvolte gran parte delle edicole in tutta la provincia, molte delle quali anche in un solo giorno hanno raccolto oltre cento firme fra i clienti fidelizzati e quelli occasionali. E la raccolta firme non è ancora finita. "Gli edicolanti – sottolinea Mosca – non vogliono arrendersi, non vogliono chiudere i battenti, amano il proprio lavoro. Vogliamo dimostrare che c’è tanta gente che li apprezza e vuole tutelare e garantire la sopravvivenza di questi presidi territoriali del sapere e della conoscenza".

La petizione ha incuriosito i lettori (e non solo loro) in quanto affronta un argomento importante: la possibilità di affidare alle edicole dei servizi aggiuntivi come il rilascio dei certificati anagrafici oppure il pagamento dei tributi. I chioschi possono diventare, inoltre, un punto di informazione turistica e raccolta di segnalazioni al fine di renderli "sentinelle" del servizio pubblico. Gli edicolanti, a loro volta, hanno bisogno di agevolazioni: ad esempio una riduzione sul canone di occupazione del suolo pubblico per gli esercizi del centro storico e per quelli fuori dalle mura.

Per chi opera  in zone private, potrebbero essere messi a punto contributi economici, con agevolazioni di prestiti o aiuto in denaro e soprattutto la riduzione della tassa dei rifiuti, poiché le edicole oggi sono equiparate alle farmacie e ai centri commerciali ma in realtà non producono rifiuti cartacei (c’è la resa dei giornali non venduti). Tutto questo non è un libro dei sogni ma si tratta di proposte fattibili, in quanto misure di sostegno alle edicole sono già state varate a Bologna e a Firenze tramite un accordo fra Comune e Fieg, la Federazione italiana degli editori di giornali. Prato potrebbe seguire questa strada. Una volta chiusa, la petizione sarà consegnata al sindaco Biffoni e al presidente del consiglio comunale in modo che possa essere esaminata anche dalla commissione consiliare competente.

"Salviamo le edicole" ha evidenziato anche le zone rimaste sprovviste di un punto vendita e l’impegno messo dai cittadini, soprattutto dagli anziani, per procurarsi comunque il giornale. Giornale che è uno strumento di informazione ma, per molti, anche una "compagnia" quotidiana. Altre edicole purtroppo sono a rischio chiusura e la speranza è che questa petizione diventi anche un’occasione di riflessione per tutti.

M. Serena Quercioli