E in farmacia c’è chi si abbona al tampone

I lavoratori non vaccinati hanno prenotato il test anche fino a dicembre. Dalla prossima settimana è attesa un’impennata fra il 20 e il 30%

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A settembre il numero dei tamponi eseguiti dalle farmacie è aumentato grazie al ritorno di una vita sociale più vivace, con feste, matrimoni ed altri appuntamenti conviviali, resa possibile da un allentamento del virus. Ma dal 15 ottobre l’obbligatorietà del Green pass come strumento per accedere al posto di lavoro, ha fatto sì che in molti convinti no vax o impossibilitati a sottoporsi alla vaccinazione anti Covid abbiano richiesto al farmacista di riferimento una sorta di carnet di tamponi.

In pratica, i clienti sprovvisti di certificazione verde, hanno optato di fissare da subito tutti i tamponi necessari di settimana in settimana per presentarsi in azienda senza preoccupazione. Il tutto in attesa che arrivi il 31 dicembre e si conoscano le nuove disposizioni circa la prosecuzione o meno dell’emergenza sanitaria. Una specie di ’abbonamento’ per essere sempre pronti a presentarsi con la certificazione verde valida al momento dell’ingresso sul posto di lavoro e non incappare nel provvedimento dell’assenza ingiustificata. Per le prenotazioni, agende lunghe anche di un mese. I lavoratori non vaccinati avranno due possibilità: sottoporsi al tampone, ogni due giorni se fanno il rapido, ogni tre se optano per il molecolare. "Non mi vaccinerò mai – dice un operaio tessile che chiede di rimanere anonimo – e per questo preferisco pagare 120 euro di tamponi al mese piuttosto che ricevere la somministrazione del vaccino anti Covid".

Il costo di ciascun tampone, secondo le indicazioni del generale Francesco Figliuolo, è pari a 15 euro per gli adulti e a 8 euro per la fascia dagli 8 ai 18 anni. La spesa dovrà essere sostenuta dal dipendente e non dal datore di lavoro, così come prevede il decreto che istituisce l’obbligo del Green pass.

Ogni farmacia può anche praticare costi più bassi, secondo le proprie politiche commerciali, ma "l’indicazione sindacale – afferma Sergio Bottari, presidente di Federfarma Toscana – è di rispettare le cifre già calmierate così come indicate dal Governo. Tutti i dispositivi di protezione individuale e tamponi sono a carico della farmacia".

Anche la farmacie pratesi si attendono "un boom di richieste di tamponi a partire dalla prossima settimana, calcolando almeno un aumento di test che oscillerà fra il 20 ed 30% in più", aggiunge Bottari.

E mentre le farmacie si stanno attrezzando per fronteggiare un’impennata di richieste di test, continuano a vaccinare "molte persone appartenenti alle fasce più giovani, oltre ai 50enni ritardatari ora costretti per motivi di lavoro e anche molti cinesi. Stiamo già avviando le terze dosi per i sanitari e per i 60enni in su", spiega Pietro Brandi, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Prato. Farmacisti che hanno rispettato quasi al cento per cento l’obbligo della vaccinazione anti Covid. "Dei 352 iscritti all’Ordine – fa sapere Brandi – solamente 6 colleghi risultano sprovvisti di vaccino. Ma tre di loro erano in maternità e altri tre si metteranno presto in regola".

Sara Bessi