Prato, 12 ottobre 2022 - Dall’altare all’università, passando da una condanna penale per spaccio di droga. Francesco Spagnesi - l’ex parroco arrestato a Prato nel settembre 2021, appena un anno fa, per aver acquistato un quantitativo di ghb, detta droga dello stupro, consumata durante festini privati per soli uomini - è ora uno studente di medicina e chirurgia a Careggi. La nuova vita da universitario arriva per lui dopo il patteggiamento a 3 anni e 8 mesi per spaccio e traffico di droga e appropriazione indebita del denaro delle offerte e anche dopo un percorso di disintossicazione al Sert. La sua scelta è in realtà un ritorno al passato. Il sacerdote, 41 anni, già quando ne aveva 20 frequentava la facoltà di medicina a Pisa. Proprio durante quel primo anno di studi, seguendo la vocazione che sentiva allora, entrò in seminario lasciando gli studi, che ha ripreso da poco, questa volta a Firenze. L’ex parroco della chiesa della Castellina risulta iscritto al secondo anno e segue le lezioni all’ateneo di Careggi. Un nuovo inizio, dunque, per Spagnesi che ha trascorso 12 anni alla guida della parrocchia dell’Annunciazione. Era entrato in seminario nel 2001, poi dopo cinque anni di studi come seminarista fu ordinato sacerdote nel 2007 e ricoprì per la diocesi di Prato gli incarichi di cappellano dell’ospedale e correttore dell’Arciconfraternita della Misericordia; nel 2009 gli fu affidata la parrocchia della Castellina. Amatissimo dai fedeli, era considerato uno dei giovani più promettenti della Curia pratese. La sua parabola discendente ha inizio con la tossicodipendenza che nella primavera del 2021 fu costretto a confessare al vescovo di Prato, Giovanni Nerbini. Gli fu tolta la firma sulle pratiche finanziarie della parrocchia e si tentò un primo percorso di psicoterapia, fino al 14 settembre, data dell’arresto. La comunità della Castellina è rimasta sconvolta e ferita per tanti mesi, sollevata solo dall’arrivo del nuovo parroco don Serafino Romeo che è entrato in servizio il primo maggio di quest’anno. Tornando all’ex parroco, a cui nel frattempo è stata inibita la possibilità di dire la messa e impartire i sacramenti, ora si trova a un bivio: lasciare l’abito talare o sottoporsi a un procedimento canonico che avrebbe come pena massima, la riduzione allo stato laicale. Terminata la fase preliminare del processo canonico, con gli atti già arrivati alla Congregazione del clero a Roma, spetterebbe al vescovo Giovanni Nerbini chiedere il processo. Tra i due c’è stato un colloquio, nel luglio scorso, in cui Spagnesi ha chiesto tempo fino alla fine dell’estate. La sua decisione è dunque imminente e il ritorno all’università potrebbe essere un indizio e significare che l’ex parroco sta tracciando la sua strada in un’altra direzione, lontano dalla chiesa. Impegnandosi a cercare terapie per gli altri, si può curare anche se stessi.