"Disastroso modificare le regole I crediti fiscali sono carta straccia"

L’allarme di Cna e Confartigianato: "Il calo dei benefici dal 110 al 90% farà diminuire il lavoro"

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Se i condomini sono sul piede di guerra per le modifiche al superbonus, le imprese lanciano l’allarme sulla tenuta del settore edile, annunciando che rischiano di "chiudere per crediti". Se il governo, infatti, dal 1° gennaio 2023 vuole ridurre il bonus dal 110 al 90%, resta ancora tutta da sbloccare la partita per trasformare gli incentivi fiscali in liquidità.

"Chiediamo nell’immediato una soluzione per i crediti incagliati – spiega Stefano Crestini, presidente nazionale di Confartigianato edilizia –. Qui ci sono aziende che hanno concesso lo sconto in fattura e adesso non riescono a trasformarlo in liquidità per portare avanti i cantieri o per aprirne di nuovi. Chiediamo quindi di risolvere il problema e poi di prevedere regole certe che restino in vigore per tutto il tempo in cui esisteranno 110% e riqualificazioni energetiche. Il settore ha bisogno infatti di una programmazione quantomeno ventennale".

Le imprese in questo momento si trovano di fronte a una crisi a due facce. Da un lato c’è il lavoro che non si trasforma in liquidità, dall’altro rinunciare al superbonus al 110% rischia di trasformarsi in una perdita di clienti, perché molti condomini non vogliono accontentarsi della detrazione al 90% che impone una spesa superiore rispetto a quanro avviene oggi.

"Il 110% era necessario per dare uno shock al settore edile – aggiunge Crestini –, e adesso ci rendiamo conto che non può durare all’infinito. Ma ci lascia perplessi modificare le regole in maniera così repentina. Chi aveva preparato il lavoro con tranquillità e programmazione rischia di perdere tutto, e addirittura teme di veder svanire anche il pagamento di tutto il lavoro preparatorio ai cantieri". Michele Vuolato, funzionario del settore costruzioni di Confartigianato Prato si dice "perplesso" anche sul meccanismo della detraibilità decennale dei crediti.

"L’effetto è perverso perché la banca potrebbe imporre oneri finanziari maggiori e mandare in affanno le ditte – spiega –. Noi comunque siamo al fianco delle imprese per rassicurare e dare certezze, anche se questo cambio continuo delle regole rischia di essere controproducente, scoraggiando imprese e committenti seri".

Le critiche alle modifiche normative prospettate dal governo Meloni vengono avanzate anche dal membro di presidenza di Cna Toscana Centro Andrea Venturi.

"Da novembre 2021 in poi il superbonus è stato un supplizio – attacca –. Le imprese hanno i crediti incagliati da un anno, dal sistema creditizio non arrivano risposte e adesso si dà il colpo finale cambiando le regole in corsa imponendo limiti temporali inattuabili. Una scelta tra l’altro senza motivo, perché si poteva mettere benissimo la chiusura al 31 dicembre di quest’anno. Al di là delle regole, quello che dà fastidio è il modo, tagliando le gambe a imprese e privati. Bene scendere al 90% di agevolazione ma almeno diamo il tempo alle aziende di riorganizzarsi, anche perché sono piene di crediti nei cassetti fiscali che al momento equivalgono a carta straccia".

Venturi intravede un altro problema: quello di vedere vanificato lo sforzo sull’efficientamento energetico degli immobili in un momento storico in cui c’è disperato bisogno di ridurre i consumi per pagare bollette meno pesanti.

"Nessuno dice che il 110% era perfetto – conclude –, ma almeno aiutava a portare avanti il miglioramento energetico degli edifici del Paese. Le azioni delle associazioni di categoria per stare al fianco delle imprese sono costanti, ma nonostante una mobilitazione continua ci si è ritrovati di fronte al cambio di governo, alle elezioni e alla necessità di ripartire nel dialogo con nuovi interlocutori. Le tempistiche si sono dilatate e poi è stata data un’accelerata improvvisa priva di senso. E ora l’unico risultato è quello che privati e imprese dovranno chiedere mutui o prestiti per fare fronte alle spese che è necessario sostenere per fare partire i cantieri".

Stefano De Biase