Disabili, stop aiuti dopo i 65 anni 'Negati i corsi gratis in piscina'

Il presidente di Rotelle Attive: ‘Messa a rischio la nostra salute’

Sandro Lascialfari, presidente dell’associazione Rotelle Attive, è affetto dalla nascita da tetraparesi spastica Foto Attalmi

Sandro Lascialfari, presidente dell’associazione Rotelle Attive, è affetto dalla nascita da tetraparesi spastica Foto Attalmi

Prato, 15 settembre 2018 - «Per l’Asl Toscana Centro e la Fondazione Crida un disabile cessa di essere tale al raggiungimento dei 65 anni di età. E’ davvero una vergogna». Sono le parole di Sauro Lascialfari presidente dell’associazione Rotelle Attive, affetto dalla nascita da tetraparesi spastica, che lo scorso aprile ha ricevuto dall’Asl Toscana Centro una lettera con la quale veniva comunicato che a partire dal 7 luglio, giorno del suo sessantacinquesimo compleanno, non avrebbe più potuto prendere parte al progetto Crida per il recupero dell’autonomia in acqua.

Tutta colpa dei raggiunti limiti di età. In effetti il progetto, istituito dalla fondazione Crida con il Comune di Prato e la Asl 4 area pratese per promuovere l’inserimento sociale, la partecipazione alla vita attiva delle persone con disabilità attraverso attività svolte in acqua, è rivolto in maniera gratuita solo ai disabili di età compresa fra 0 e 65 anni.

«Questa attività, che svolgevo due volte la settimana dagli anni ‘90 quando sono entrato a far parte del progetto, era davvero importante soprattutto perché mi permetteva di avere una maggior tonicità di gambe e braccia. Così riuscivo anche a camminare per tanti metri, guidare l’auto e non avevo bisogno di un assistente personale. Adesso avendo meno tonicità muscolare le uniche due attività che mi fanno stare bene sono la piscina e la ‘Danceability’, una tecnica di danza promossa dalla mia associazione che permette a persone con differenti abilità fisiche di incontrarsi e danzare assieme. La sospensione dell’attività motoria acquatica, in due mesi, mi ha indebolito i muscoli e vale lo stesso per i diversi disabili che da tempo non usufruiscono di questo progetto, se non a spese proprie, perché ultra sessantacinquenni». Lascialfari ha protestato anche con la Regione Toscana e la risposta che ha ricevuto è che il progetto, in convenzione con la Fondazione Crida, è definito autonomamente dall’Azienda Usl Toscana centro che ha scelto di porre un tetto di età per i partecipanti.

L’Asl Toscana Centro ha fatto sapere a Lascialfari che «l’attività recupero autonomia in acqua non è inserita nei livelli di assistenza ministeriale, vale a dire nelle prestazioni che il servizio sanitario nazionale deve garantire a tutti i cittadini. Nello specifico queste prestazioni sono finanziate dall’azienda sanitaria e dai comuni dell’area pratese che hanno stabilito il termine dell’erogazione a 65 anni». «L’unica alternativa adesso – spiega Lascialfari – sarebbe la fisioterapia che mi consentirebbe però di poter usufruire di soli 20 trattamenti in piscina l’anno. Per accedere a questo percorso dovrò però sbrigare una trafila di pratiche burocratiche, passeranno i mesi e la mia salute peggiorerà. Se poi avrò bisogno di altri trattamenti dovrò pagarli di tasca mia e non posso permettermelo. Ho richiesto di poter incontrare in una riunione congiunta i rappresentanti Asl Toscana Centro, Regione Toscana, Comune di Prato e Società della Salute, ma non ho ancora ricevuto alcuna risposta».