Decreto del vescovo: il green pass è d’obbligo

Monsignor Tardelli è il primo in Toscana a imporre la certificazione verde a chi svolge servizi pastorali. "E’ un atto d’amore"

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La certificazione verde è obbligatoria per chi svolge un servizio pastorale in chiesa. Se l’accesso alla messa resta libero, per occuparsi delle varie attività parrocchiali che spaziano dal catechismo ai ministri straordinari dell’Eucarestia, il green pass è indispensabile. Il vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, è il primo in Toscana ad aver emanato un decreto per l’intera Diocesi mirato a regolamentare tutti i servizi parrocchiali, nello specifico: quello di Accolito e di ministro straordinario dell’Eucarestia Comunione, le attività di catechisti, educatori, insegnanti al doposcuola o alle scuole di italiano per stranieri gestite dalle parrocchie, operatori maggiorenni di attività educative e didattiche sempre gestite dalle parrocchie. Il decreto in provincia di Prato riguarda i vicariati di Poggio a Caiano-Carmignano e quello di Montemurlo. Il Green pass è obbligatorio anche per le visite agli ammalati di ministri ordinati (presbiteri, diaconi), lasciando aperta una sorta di "finestra" per le urgenze. E infine, green pass anche per coristi e cantori. Tutti questi servizi possono essere svolti da coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di vaccino oppure che sono guariti dal Covid da non oltre 180 giorni oppure coloro che nelle 48 ore precedenti ad ogni momento in cui prestano la propria opera hanno effettuato, con esito negativo, il tampone. Queste regole valgono anche per coloro che svolgono il servizio volontario nelle strutture della Caritas oppure nei Centri di ascolto. E se accade un’emergenza? Ad esempio, un fedele è in pericolo di morte e i ministri ordinati non sono nella condizione di avere il green pass né fare il tampone rapido, cosa succede? La visita è consentita con le precauzioni del caso.

"La cura per la salvezza delle anime – scrive Tardelli – non può prescindere dall’impegno di tutelare la salute dei corpi: anche in questo tempo di emergenza la Chiesa ha sempre continuato ad annunciare il Vangelo, celebrare i Sacramenti e aiutare i poveri. L’appello del Papa alla vaccinazione come atto d’amore interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a "un atto di amore" per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate".