Dall’Ucraina alla vita a Prato: "Ho nostalgia dei miei cari"

L’istituto comprensivo Nord accoglie bambine e bambini fuggiti con le mamme dalla guerra. Intervista a una studentessa delle medie che rivive il viaggio e l’inserimento a scuola .

Dall’Ucraina alla vita a Prato: "Ho nostalgia dei miei cari"

Dall’Ucraina alla vita a Prato: "Ho nostalgia dei miei cari"

Dopo quanto accaduto due settimane fa, in seguito all’attacco a Odessa a 100 metri dal luogo in cui si trovavano il Presidente ucraino e il premier greco, l’ Europa ha condannato la Russia gridando al terrorismo ed il Cremlino ha ribattuto che non fosse il loro obiettivo. Il presidente russo Putin ha già parlato di armi nucleari in risposta a quanto affermato dal presidente francese Macron sulla presenza di soldati Nato in Ucraina ed ultimamente sono state schierate delle truppe russe al confine con la Finlandia. La Russia è tornata a terrorizzare l’occidente, minacciando la Finlandia con il nucleare, perché si è unita alla Nao. "Siamo pronti a una guerra nucleare": queste le parole di Putin, affermando anche che il loro armamento è più potente di quello americano.

Noi, come spettatori di questo scenario fra due guerre, abbiamo voluto dare il nostro contributo,attraverso gli occhi di una nostra compagna di scuola ucraina, che chiameremo Iryna.

Iryna, da dove provieni?

"Il posto da cui provengo si chiama Sumy, è una città dell’Ucraina nord-orientale".

Conosci altre famiglie fuggite dall’Ucraina?

"Si conosco un’amica di mia mamma, che è scappata dalla guerra con noi".

Come ti sei sentita quando sei dovuta scappare?

"Inizialmente non volevo andare via, perché dovevo lasciare i miei cari".

Sei venuta in Italia da sola o con qualche familiare?

"Sono venuta in Italia con mia mamma e mia sorella".

Racconta il viaggio, hai incontrato delle difficoltà?

"Non c’è stata un’organizzazione, siamo scappati in fretta per le bombe. Mi sono spostata all’interno dell’Ucraina in due città diverse, usando sia l’autobus che il treno. Siamo arrivati in Italia dopo due giorni di viaggio in bus, dall’ultima città in cui avevamo sostato in Ucraina (Leopoli). Ho incontrato molte difficoltà, perché hanno interrotto il viaggio in treno, per via

della guerra, per questo motivo ci siamo dovuti spostare in bus".

Hai parenti rimasti in Ucraina?

"In Ucraina è rimasto mio padre, perché agli uomini non è consentito andare via".

Quando eri nel tuo paese hai assistito a scene di guerra?

"Direttamente no, ma ho visto distruzione ed ho sentito bombe e missili".

Perché sei arrivata in Italia?

"Perché qui ho dei familiari".

Ci pensi ancora alla tua terra?

"Sì, ci penso sempre. Penso che vorrei tornare a Sumy da i miei cari".

Come hai imparato a comunicare?

"Ho imparato l’italiano a scuola".

Come ti trovi in questa scuola?

"Non mi piace molto questa scuola, per quanto siano stati accoglienti con me, perché mi sento

diversa dagli altri".