Cure palliative contro l’ultimo tabù. 'I malati hanno bisogno di conforto'

L’hospice di piazza del Collegio compie dieci anni. E fra poco trasloca

L’hospice di piazza del Collegio compie dieci anni

L’hospice di piazza del Collegio compie dieci anni

Prato, 22 settembre 2018 - E’ stato un lungo cammino, quello compiuto finora, e adesso inizia una nuova fase. Sempre in prima linea per dare assistenza e conforto ai malati e alle loro famiglie che si trovano a dover affrontare il difficile momento della malattia terminale.

L’hospice «Il fiore di primavera» di piazza del Collegio è una realtà preziosa, che fa parte della rete di cure palliative della Asl e che per l’appunto oggi festeggia dieci anni dall’apertura. Una ricorrenza che sarà celebrata con un aperitivo domenica pomeriggio e poi con altri appuntamenti, da qui a dicembre, per far conoscere alla città questo importante settore del quale spesso non si parla.

Già, perché la malattia terminale e il diritto a una morte dignitosa sono ancora un tabù fortissimo. Arriverà anche un libro, con tanto di raccolta fondi, realizzato dai volontari dell’associazione File, che all’hospice lavorano in stretta sinergia con i medici e gli infermieri Asl.

A dirigere la struttura, aperta nel 2008 dalla dottoressa Gioia Pastacaldi, c’è la dottoressa Sabrina Pientini, che è responsabile anche di Pistoia e Empoli. E’ geriatra, ma da una vita lavora in cure palliative. «La nostra è una rete che lavora sempre - spiega - anche a domicilio, anche con reperibilità notturna e per quanto riguarda i bambini anche 24 ore su 24.

All’hospice, invece, che conta dieci pazienti ospiti, siamo due medici aziendali e altri tre forniti dalla File, che ci dà anche lo psicologo, il fisioterapista e naturalmente i volontari». Pientini spiega che «questo non è più il posto dove si va a morire ma dove si dà sollievo ai malati e quindi anche alle famiglie. Ci sono così tante storie di umanità che non potete nemmeno immaginare... E non solo: diamo assistenza anche a malati non oncologici e non a fine vita, anche nei tre ambulatori a settimana che facciamo in ospedale, dove facciamo anche consulenza oncologica e non e pratichiamo anche le cure palliative precoci. Insomma, un mondo molto più complesso di un semplice posto dove aspettare la fine». Serve anche tanta empatia: «Sì - dice ancora la dottoressa - è una parola chiave. Si crea un legame importante con il malato e con chi gli sta intorno».

Alla fine, però, c’è un intoppo: «L’hospice deve essere spostato da piazza del Collegio per problemi strutturali - conclude - E’ cominciato l’iter ma ancora non sappiamo dove andremo. Ci sono delle idee ma va ancora trovata una collocazione». Una preoccupazione a cui sembra rispondere la Società della Salute, visto che giusto due giorni fa, in occasione della presentazione del progetto per il distretto socio-sanitario di San Paolo, la presidentessa Lorena Paganelli ha annunciato: «I 16 letti dell’hospice saranno spostati entro la fine dell’anno da piazza del Collegio alla palazzina ovest del vecchio ospedale, nel piano sovrastante le cure intermedie».