Covid Prato, la città resta tra le peggiori d’Italia per contagi

È la quarta per numero di positivi ogni 100mila abitanti. Nelle ultime 24 ore 69 i casi registrati. Ma il picco di metà agosto è passato

Prato è di nuovo fra le peggiori città italiane per contagi ogni 100mila abitanti

Prato è di nuovo fra le peggiori città italiane per contagi ogni 100mila abitanti

Prato, 12 settembre 2021 - Sono 69 i nuovi positivi al Covid accertati a Prato nelle ultime 24 ore. Per fortuna non si sono vittime. Se dunque sul fonte dei decessi causati dal virus la situazione pratese è sotto controllo, rimane alta la curva dei contagi che fa della provincia una di quelle italiane con la maggiore incidenza ogni centomila abitanti.

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Prato ancora una volta è maglia nera della Toscana e quarta in Italia per numero di contagi. Secondo i grafici elaborati dall’Istituto nazionale di fisica nucleare, che dall’inizio dell’emergenza sanitaria analizza dal punto di vista matematico l’andamento del virus (i dati sono forniti dal sito dell’Infn http//covid19.infn.it/), Prato ha sempre il triste primato di avere il maggior numero di contagi giornalieri rispetto alla popolazione (21 nuovi positivi al giorno ogni 100.000 abitanti, media su 7 giorni), seguita da Pistoia (17), da Siena e Firenze (12).

Tra le città toscane Prato ha anche il valore più alto di Rt - l’indice di trasmissibilità della malattia - con 0.98% che comunque è sotto l’1% e dunque lascia ben sperare per un miglioramento futuro. Prato è quindi una delle più colpite d’Italia: ad oggi la provincia con il maggior numero di casi settimanali rispetto al numero di abitanti è Siracusa (189), seguita da Messina (163) che sono in zona gialla, Trieste (152) e quindi Prato (148).

C’è però un dato positivo: la Toscana è la regione con la maggior percentuale di persone ad aver ricevuto almeno una dose di vaccino (oltre il 74,8%) e questo potrebbe portare ad un miglioramento più veloce che in altre regioni. La buona notizia riguarda il futuro: almeno stando alla matematica sembra proprio che il picco sia oltrepassato (è stato poco dopo la metà di agosto) e adesso si dovrebbe andare verso il suo esaurimento.

A conferma di questo, il valore di Rt che è sceso sotto 1 ad indicare l’inizio della discesa. Ma non è ancora il momento di abbassare la guardia: "Siamo vicini alla metà di settembre e ormai sono più di due mesi che stiamo combattendo contro la variante Delta del virus covid-19. E’ stata una variante tremendamente contagiosa che avrebbe portato milioni di contagiati e conseguentemente tanti decessi, ma che siamo riusciti a contenere grazie ai vaccini", commenta Roberto Spighi, fisico dell’Infn che dall’inizio della pandemia analizza grafici e studia l’andamento della malattia dal punto di vista matematico.

«Ci sono almeno due aspetti da considerare: innanzitutto ormai abbiamo capito: questo virus muta velocemente e c’è sempre il rischio di un’altra ondata. Sono due gli aspetti a creare preoccupazione: la variante chiamata ’Mu’ e l’inizio della scuola la prossima settimana. La scuola è un bene che va tutelato, ma il rientro in classe significa riavvicinare molte persone (tra studenti e professori sono circa 40.000 i cittadini coinvolti) e dunque favorire il contagio. Per questo è importante vaccinare anche i più giovani".

Silvia Bini