Il Covid frena ovunque tranne che qui: il caso Prato. "Zona gialla troppo presto"

Il primato di peggiore provincia d’Italia per nuovi contagi ormai è una costante. E anche i decessi incalzano: ieri 5. L’analisi dell’esperto

Coronavirus

Coronavirus

Prato, 14 maggio 2021 - Il virus continua a correre veloce. Mentre tutta Italia registra una frenata, Prato fa eccezione confermandosi ancora, dopo settimane di restrizioni, vaccini e inviti a tenere alta la guardia, la provincia italiana con la maggiore incidenza di casi in rapporto alla popolazione.

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I dati delle ultime 24 ore continuano a non essere confortanti con 86 nuovi contagi e cinque decessi che, dall’inizio della pandemia, portano il totale delle vittime in questa provinciaa quota 559. Prato conquista così anche un altro triste primato: quello di seconda provincia toscana dopo di Massa Carrara per tasso di decessi. Nelle ultime 24 ore sono morti per Covid tre uomini tutti ricoverati in ospedale: avevano 66, 73 e 77 anni. Ma ci sono anche una donna di 70 anni ricoverata al Santo Stefano e una donna di Carmignano, di 77 anni, morta a casa. Ottantasei contagi e 5 vittime allontanano per Prato l’attesa inversione di tendenza, che invece si riscontra nelle altre province italiane.

COVID TOSCANA, I DATI DI IERI

Grafico CovidStat/Infn:

Risiede nei numeri una possibile spiegazione del fenomeno che tiene Prato sotto scacco. L’analisi dell’andamento della pandemia dal punto di vista matematico evidenzia che ad aver giocato un tiro mancino è stata la decisione di allentare le misure di contenimento subito dopo Pasqua, quando la curva epidemiologica era ancora in salita. "Prato non poteva permettersi la zona arancione né quella gialla": questo secondo l’analisi dei grafici elaborati da Roberto Spighi, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), membro del comitato di crisi che dal mese di marzo 2020 analizza l’andamento della pandemia.

"Le principali novità dell’ultimo mese riguardano i cambi di colore avvenuti in quasi tutta l’Italia e l’incremento delle vaccinazioni. Dopo Pasqua molte regioni sono passate da rosso ad arancione e il 26 aprile molte sono passate in giallo. Focalizzandoci sulla Toscana e in particolare sulla provincia di Prato si vede che la percentuale dei vaccinati nella regione ricalca le medie nazionali", dice Spighi, che punta l’attenzione sulle misure di contenimento. "Dopo il periodo pasquale la provincia di Prato è entrata in zona arancione nonostante il numero dei positivi settimanali ogni 100.000 abitanti fosse maggiore di 400. Chiaramente questa prima apertura non ha permesso miglioramenti. Il 26 aprile, giorno in cui la Toscana, insieme a quasi tutta l’Italia, è diventata gialla, i positivi settimanali della provincia di Prato erano ancora ben sopra la soglia dei 250, per la precisione 282. Ovviamente questa ulteriore diminuzione delle restrizioni ha impedito alla provincia di Prato come avvenuto nelle altre città, una forte diminuzione dei positivi settimanali per 100.000 abitanti che ad oggi sono ancora sopra quota 200, per la precisione 211".

Una buona notizia comunque c’è: la curva dei contagi ora mostra una discesa: "Purtroppo il record negativo di Prato è nazionale. Nessuna provincia ha un numero di positivi tanto alto. Anche le peggiori città, ossia Crotone, Napoli e Caltanissetta, sono comunque ben lontane dai valori di Prato. Il motivo è dunque ri assumibile nell’aver allineato Prato al colore della Toscana. Guardando solo al Covid e non all’economia, sarebbe stato meglio prolungare la zona rossa e arancione. I positivi giornalieri della provincia di Prato stanno comunque lentamente scendendo: la speranza è che con l’incremento di vaccinazioni dell’ultimo periodo possano scendere in maniera più decisa e stabile".