Ucciso a 50 anni, il suo diario è un testamento. "Non ditemi che il Covid non esiste"

Stefano Ventisette ha combattuto prima con un tumore, poi con la variante indiana. Scriveva: "Ce la farò". Il ricordo speciale dei colleghi di lavoro

Stefano Ventisette

Stefano Ventisette

Prato, 26 agosto 2021 -  Il «guerriero», così si firmava negli ultimi messaggi, non ce l’ha fatta a sconfiggere il virus che lo ha attaccato per ben due volte. E la storia di Stefano Ventisette, 50 anni, ucciso dal Covid, insegna tanto a chi resta: la voglia di vivere, il desiderio di combattere contro il male e la forza di condividere la propria vita, i momenti belli ma anche gli ultimi, i più terribili, con i familiari, gli amici e anche con i colleghi di lavoro della storica rifinizione Cambi Luigi. In lui c’è stata anche, fino all’ultimo, la riconoscenza per i medici e gli infermieri dell’ospedale Santo Stefano che lo hanno assistito nelle settimane di ricovero, iniziato gli ultimi giorni di luglio e proseguito fino al 24 agosto, quando purtroppo il Covid, che nel suo caso si è manifestato con la variante indiana, non ha dato scampo a un fisico già minato da un male incurabile. Come se fosse uno di famiglia, per salutarlo i titolari della rifinizione Cambi - Silvia e Sara Cambi e Iacopo Scuccimarra - insieme ai 135 colleghi hanno pensato a un gesto speciale. E così nella notte fra il 24 e il 25 agosto la ciminiera dell’azienda di via Zarini si è illuminata, un fascio di luce per onorarne la memoria.

«La nostra ciminiera da sempre viene accesa per ricorrenze particolari sia private che della città. Un gesto per essere insieme a Stefano nel suo nuovo cammino", racconta Silvia Cambi, una delle titolari, che ha tenuto un filo diretto con Stefano fino a poche ore prima dall’aggravamento delle sue condizioni di salute nel letto della terapia intensiva del Santo Stefano. "Stefano era addetto alle ramose ed era davvero una brava persona, sempre disponibile e solare, affezionato alla ditta. Lui voleva tornare quanto prima e festeggiare con tutti noi la guarigione - racconta ancora Silvia Cambi - Ci sentivamo tutti i giorni da quando il 26 luglio è stato trattenuto in ospedale dopo una tac di controllo". Stefano Ventisette prima del Covid aveva dovuto lottare contro un tumore. Poi il Covid, la guarigione e la ricaduta in attesa di fare il vaccino, che sarebbe arrivato passato il tempo previsto dopo la scomparsa dell’infezione. "Più volte nel corso della giornata ci scambiavamo messaggi. Lui mi raccontava come stava andando la sua salute. Nell’ultimo messaggio ricevuto mi ha messo al corrente della grossa crisi che aveva avuto la notte precedente. Io poi gli ho chiesto com’era invece trascorsa l’ultima notte. Lui mi ha risposto: ’Da ridere, poi ti racconto’. E dopo non l’ho più sentito. Lui lo sapeva che si trovava in una una situazione complicata. Ho capito che qualcosa non andava quando ho visto che l’ultimo collegamento a Whatsapp risaliva alla sera precedente. Poi abbiamo appreso la triste notizia dal fratello".

Stefano Ventisette ha condiviso sulla sua pagina Facebook il calvario di queste ultime settimane: un diario lucido, commovente, pieno di speranza e di forza, la voglia di vivere di un guerriero che non ha paura di niente. Neppure quando i medici gli dicevano che era vivo soltanto grazie alla sua forza, lui che, come scrive sul suo diario social ha trovato nella musica e nel guardare i film un modo per non sprecare energie e prendere tempo "perché i polmoni possano ripartire". Lucido anche nel puntare il dito: "Il primo che dice che il Covid non esiste, lo castro", scrive in un post colorito in cui pubblica un selfie con il respiratore sul volto. La sua morte rappresenta una notizia che ha lasciato sotto choc tutti coloro che lo conoscevano. "Qui in ditta siamo una grande squadra, una grande famiglia - dice ancora Silvia Cambi - Saremo vicino alla famiglia e vicino a Stefano nell’ultimo viaggio che vorremo festeggiare come lui avrebbe voluto". Oltre alla ciminiera accesa come "segno di affetto, gratitudine e vicinanza che l’azienda e i compagni di lavoro hanno voluto mostrare nei confronti di un amico e compagno di lavoro affidabile", scrive un’amica su Facebook, , il suo addio alla vita terrena sarà accompagnato dal lancio di palloncini in cielo durante la funzione funebre, che si svolgerà stamani alle 11.30 nei locali della Pubblica Assistenza L’Avvenire.  

Sara Bessi