Trovato morto nell’affittacamere. Aveva il Covid, sequestrati farmaci

Il cinese, 47 anni, era clandestino. A trovarlo riverso nel letto alcuni amici che non lo avevano più visto

I soccorsi (Foto di archivio)

I soccorsi (Foto di archivio)

Prato, 2 giugno 2021 - Non rispondeva agli amici da qualche giorno così, preoccupati, sono andati a controllare nell’affittacamere dove abitava. La scoperta è stata terribile: l’uomo un cinese di 47 anni, clandestino in Italia, era nel suo letto privo di vita. Secondo quanto accertato l’uomo era malato di Covid da qualche giorno. Sul posto, in via Traversa del Crocifisso, sono subito intervenuti i soccorsi e le forze dell’ordine. Sul corpo dell’uomo e nella stanza non sono stati riscontrati segni che possono far pensare a una morte violenta. Il decesso è certamente naturale.

A insospettire il medico del 118, che ha constato il decesso, sono stati alcuni medicinali che erano sul comodino della stanza. Medicine di origine straniera, probabilmente cinese, che l’uomo aveva assunto, forse, proprio per curarsi dall’infezione da Covid. Non risulta infatti che il cinese si sia recato da un medico abilitato in Italia alla professione dopo aver scoperto la positività al virus. Probabilmente è stato frenato dal fatto di essere irregolare e senza permesso di soggiorno.

E’ possibile che dopo aver fatto il tampone si sia chiuso nella sua stanza chiedendo aiuto a un connazionale che, spacciandosi per medico, potrebbe avergli fornito i farmaci su cui verranno fatti accertamenti. Le medicine sono state immediatamente sequestrate. Del fatto è stato informato il pm di turno, Valentina Cosci, che ha disposto l’autopsia urgente.

C’è da capire infatti se a causare il decesso siano stati i medicinali cinesi assunti dall’uomo oppure se ci sia stato qualche altro fattore che ha causato la morte. Sul cadavere verranno fatti gli accertamenti tossicologici e i farmaci saranno analizzati per capire quali sostanze ci fossero dentro. Non è la prima volta che le forze dell’ordine sequestrano medicinali spacciati come cure antiCovid da quando è scoppiata la pandemia. Si tratta soprattutto di pillole di origine orientale con spiegazioni in cinese e di cui non è specificata la composizione.  

Nell’aprile scorso, ad esempio, i carabinieri del Nas sequestrarono in un magazzino a Prato più di seimila scatole di medicinali venduti come "anti Covid", senza che però avessero l’autorizzazione di Ema o Aifa, le autorità preposte in Europa e in Italia a valutare i farmaci. Il magazzino era riconducibile a un cinese di 50 anni che venne denunciato. L’inchiesta era partita da Torino dove i Nas sequestrarono alcune scatole di medicinale o presunto tale venduto sugli scaffali di un negozio di generi alimenatri. Dalle indagini è emerso che l’approvvigionamento avveniva nel magazzino a Prato e nell’hinterland di Firenze.  

L.N.