Covid, è morto Ferdinando Pampaloni, decano dei dirigenti calcistici

Aveva 76 anni, storica "anima" della Roberto Colzi, si deve a lui e a Becheri la fusione fra le rivali Coiano e Santa Lucia. Sabato il funerale

Ferdinando Pampaloni

Ferdinando Pampaloni

 

Prato, 4 marzo 2021 - Il Covid-19 si è portato via stanotte, Ferdinando Pampaloni. E il calcio, anzi scusate, il “carcio”, come avrebbe detto proprio il mitico “Pampa”, a Prato non sarà più lo stesso. Aveva 76 anni. Uomo burbero e schietto, ma con un'anima generosissima e capace di una simpatia immediata, guascona tutta toscana, Pampaloni è stato per oltre 50 anni colonna portante del calcio giovanile pratese. Prima alla Roberto Colzi, a cavallo fra gli anni ’70 e gli anni ’80, dove iniziò a muovere i primi passi come allenatore vincendo i primi campionati. Poi al Coiano, dove aveva ricoperto svariati ruoli in campo e dietro la scrivania.

Si deve a lui e al compianto Rodolfo Becheri (, nonno del giocatore Alessandro Diamanti ed altra figura storica del calcio pratese) l’intuizione, a quei tempi difficile da immaginare visti il campanilismo e la rivalità esistenti fra le due società, di arrivare alla fusione fra Coiano e Santa Lucia. Fusione che ha dato vita all’attuale Coiano Santa Lucia, di cui Ferdinando Pampaloni è stato fino all’ultimo direttore sportivo.

Originario di Montelupo Fiorentino, dove in gioventù era stato capitano della locale squadra di calcio, intorno ai vent'anni Pampaloni si era trasferito a Prato con la moglie Carla e aveva iniziato a lavorare come infermiere all’ospedale Misericodia e Dolce. Anche gli ex colleghi, così come gli amici e gli avversari incontrati sui campi di calcio, lo ricordano oggi con grande affetto e con fiumi di messaggi sui social.

Da un paio di settimane Pampaloni aveva contratto il coronavirus, ed era stato ricoverato al “Santo Stefano” lunedì 22 febbraio. Respirava a fatica, aiutato dall’ossigeno, ma aveva mantenuto i contatti con il mondo esterno e la consueta voglia di scherzare. Poi l’improvviso aggravarsi della situazione e l’ingresso, una settimana fa, in terapia intensiva. Fino al triste epilogo di questa notte, che lo ha portato via all’affetto dei figli Katia e Gianni, della moglie Carla, e delle nipotine Lola e Guendalina. La salma sarà esposta alle Cappelle del commiato della Misericordia. Il funerale  sabato alle 11 nella bssilica di Santa Maria delle Carceri.