"Così faccio i conti con il puzzle del passato"

Gigi Paoli torna in libreria per la quinta volta con il suo alter ego Carlo Alberto Marchi. In ’Diritto di sangue’ un gioco a incastro senza sconti

E’ tornato nelle librerie il giornalista di cronaca giudiziaria Carlo Alberto Marchi, il protagonista del personaggio seriale uscito dalla penna di Gigi Paoli, vicecapocronista della cronaca di Firenze del quotidiano La Nazione, nutritosi di giudiziaria per quindici anni. Il quinto libro "Diritto di sangue" (Giunti editore) ci porta ancora dentro la notizia, in un crogiolo di fatti aggrovigliati raccontati con la tessitura del thriller dove il ritmo e l’azione scandiscono ogni pagina. Marchi è appena uscito dal letto dell’ospedale dove vi ha trascorso mesi. Intorpidito dagli antidolorifici, cammina con una stampella e deve tenere a bada un molesto quanto costante fischio nelle orecchie. I postumi della rocambolesca caduta con la quale si era chiuso il quarto libro "Il giorno del sacrificio" sono un fardello ingombrante. Marchi non ha più la forza di consumare la suola delle scarpe in cerca di notizie. Non lavora. Ma è la cronaca ad andargli incontro. C’è ancora bisogno di lui. E’ il capocronista a cercarlo. Servono la vorace curiosità e l’esperienza di Marchi per sbrogliare l’intreccio dei tanti perché aperti da un delitto avvenuto alle Cascine, il parco dove di giorno si fa footing tra i bambini che corrono sui prati mentre la notte il fitto di ombre prova a nascondere lo spaccio di droga, il sesso uso e getta. La vittima è un venditore di panini, apparentemente inoffensivo, ma che nasconde un passato di violenza e sangue. Lo stesso sangue che ha sconvolto Firenze per mano delle vecchie e nuove Brigate Rosse. Per Marchi, un vortice che lo condurrà a percorrere il buio del suo dolore per la tragica morte del padre. I conti ora dovrà farli con la storia collettiva e con quella personale "Avevo bisogno di sapere da giornalista e da figlio, e non necessariamente in questo ordine, che cosa stava succedendo ancora", racconta Marchi . E Paoli gli fa eco: "E’ dal 2016 che ho legato i lettori al personaggio Marchi - dice - Ora ci sarà da seguirlo in questo travagliato percorso che gli imporrà di guardare a fondo la morte di suo padre e quei graffi che si porta dentro, in cerca della verità mentre gli eventi incalzano". In "Diritto di sangue" i lettori ritroveranno il rapporto complice e travagliato con la figlia adolescente Donata, la fidanzata Olga, i dialoghi sferzanti sorretti da un umorismo sarcastico. Il palazzo di Giustizia (Gotham City) e la vita del giornale sono scanditi dai tempi ai quali Paoli ci ha abituato. Ma ora Marchi ha un’urgenza in più, quella di scrutare dentro se stesso e dare spazio anche ai fantasmi del passato.

Si trova in un gioco ad incastro, in un terribile puzzle dove non è possibile fare sconti. Neppure alla città, a quella Firenze che Marchi sa amare. Perché Firenze e i suoi abitanti "da secoli sono impareggiabili nella capacità di piegare la realtà ai propri scopi e alle proprie necessità. Nel bene e e nel male". C’è proprio da aspettarsi, come è accaduto per gli altri quattro romanzi, che anche "Diritto di sangue" tenga il lettore avvinto alle pagine, scalando velocemente la classifica dei libri più letti e apprezzati. Marilena Chiti