Virus, nella Rsa Casa di Marta nessun contagio. "Ecco come abbiamo affrontato l'emergenza"

Veronica Cornaggia, direttrice di Casa di Marta spiega le rigide misure di prevenzione adottate per evitare il contagio

Due operatrici sanitarie della Rsa Casa di Marta (foto Attalmi)

Due operatrici sanitarie della Rsa Casa di Marta (foto Attalmi)

Prato, 27 aprile 2020 - I novanta residenti della Rsa Casa di Marta di Prato, sottoposti nei giorni scorsi al test sierologico per il Covid-19, sono risultati tutti negativi. A metterli in salvo dal virus impietoso e aggressivo è stato un patto di ferro tra direzione, operatori e famiglie fondato sulla scelta di adottare, già dal 24 febbraio, rigide misure di prevenzione per sbattere le porte in faccia al contagio.

I nonni della residenza del Consorzio Astir, convenzionata con la Asl Toscana Centro, hanno un'età compresa tra i 60 e i 100 anni. Anche se da settimane non vedono i familiari sono sereni e coccolati dai circa cento operatori impegnati nella struttura. "Sono rimasti in contatto con figli e nipoti grazie alle videochiamate effettuate regolarmente dagli operatori, è stata una grande novità per loro. In questo periodo difficile le famiglie ci hanno in sostanza affidato i loro cari; è stata una grande prova di fiducia nei nostri confronti e ci ha ripagato degli sforzi fatti'', spiega Veronica Cornaggia, direttrice di Casa di Marta e regista - con il direttore sanitario della struttura, il dottor Andrea Piccini - dell'operazione messa sicurezza dei nonni che ha visto il coinvolgimento anche del Comitato dei familiari di cui è presidente Silvia Mancini.

''Siamo orgogliosi di come Casa di Marta ha affrontato l'emergenza e diciamo davvero grazie a tutti - mette in evidenza Silvia Mancini - all'inizio le famiglie erano preoccupate ma abbiamo tutti capito che le iniziative prese erano necessarie. I risultati ci hanno dato ragione".

Ha funzionato sicuramente la strategia di mettere in campo immediatamente regole certe e la scelta condivisa da staff e famiglie. "Questa situazione è sicuramente il risultato di una serie di misure messe in atto già dalla fine del mese di febbraio, ancor prima dei decreti che hanno poi limitato gli accessi nelle strutture e indicato le prescrizioni da attuare - spiega Veronica Cornaggia - Tutti gli operatori, dagli infermieri agli animatori, dai fisioterapisti a chi si occupa di cucina e pulizie, ma anche i familiari si sono attenuti sempre e scrupolosamente a tutte le indicazioni ricevute, permettendoci di ottenere il risultato di cui ad oggi possiamo essere soddisfatti".

Ecco le tappe dell'operazione sicurezza-nonni che si è fondata anche su un continuo processo di informazione-aggiornamento del personale e sull'osservanza rigorosa delle ordinanze regionali e delle istruzioni della Asl Toscana Centro. Il 24 febbraio scatta il blocco dell'accesso a chi ha sintomi influenzali anche se lievi e l'obbligo di sanificazione delle mani in ingresso con la procedura dell'Istituto superiore di sanità. Anche gli operatori sono rigidamente monitorati e devono comunicare immediatamente eventuali sintomi. In questi casi restano a casa dal lavoro. Vengono anche invitati a comunicare contatti con i territori zona rossa. È del 4 marzo la seconda circolare che, per proteggere gli ospiti, chiude le porte della struttura a tutti: parenti, manutentori se non per emergenze, fornitori limitati ad accessi separati, volontari. Viene limitato anche l'accesso dei medici curanti alle situazioni di emergenza, mentre il dottor Piccini segue i rapporti con il presidio ospedaliero in caso di ricoveri.

Nei giorni di maggiore picco di contagi, intanto, la situazione viene monitorata di ora in ora. Per gli operatori viene fissata una procedura rigorosa di sanificazione e l'uso dei dispositivi di protezione, viene potenziato il servizio di pulizie seguendo le indicazioni di Oms e Iss. "A Casa di Marta non sono mai mancati di dispositivi necessari come mascherine, guanti, camici, occhiali e visiere, grazie ad un rifornimento notevole fatto all'inizio dell'emergenza e poi ai successivi approvvigionamenti - spiega Cornaggia - Abbiamo già da diverse settimane consegne regolari di mascherine da parte della Asl tramite la Protezione civile". Tanta la solidarietà arrivata a Casa di Marta in queste settimane. L'Associazione Carabinieri di Prato ha consegnato uova di cioccolato e colombe come la Misericordia di Prato, mascherine sono arrivate dalla Chiesa evangelica cinese e dall'Associazione Ghost 4x4; Marisa Marmeggi ha cucito dall'Isola d'Elba le mascherine in stoffa; Maurizio e Luca Tempestini hanno realizzato e donato 100 visiere.